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La Società italiana di biologia sperimentale ha celebrato i suoi primi 100 anni a Palermo

Non c’è salute umana senza quella della natura: One Health al centro del congresso Sibs

Cappello: «Fattori come dieta mediterranea, attività fisica regolare, legami sociali forti, genetica e ambiente contribuiscono alla longevità dei centenari siciliani»
 |  Interviste

One Health, due parole che ne descrivono una: salute intesa come benessere. Questo il leitmotiv del 97° congresso della Società italiana di biologia sperimentale (Sibs), che ha aperto i lavori nella prestigiosa cornice del Teatro Politeama di Palermo, monumento iconico della città, nel centesimo anno dalla fondazione della società scientifica. Ne parliamo col professore Francesco Cappello, ordinario di Istologia e Anatomia dell’Università degli Studi di Palermo, membro del National Biodiversity Future Center, e presidente della Sibs.

Intervista

Il 2025 è un anno importante per la Sibs, giusto?

«Esatto. La Società italiana di biologia sperimentale è stata costituita a Pavia il 27 maggio del 1925 da quello che senza tema di smentita possiamo dire fosse il "Gotha" della biologia e della medicina italiane. La Sibs oggi conta 600 soci, di cui circa i due terzi con meno di 35 anni all'atto dell'iscrizione».

Uno spazio, dunque, che ha saputo raccogliere energie giovani, dando luogo a un continuo rinnovamento e una continua ricerca di stimoli; spazio che ho visto riflesso nel congresso svoltosi a Palermo, durante il quale di salute si è parlato, a tutto tondo.

«Sì. Nell’ottica di un approccio moderno, il congresso ha visto relazionare oltre 100 contributi scientifici da ricercatori con meno di 35 anni. Numeri ancora sorprendenti nel nostro panorama italiano».

Nuova linfa insieme a radici profonde rappresentate dagli scienziati che hanno tenuto le letture magistrali. I temi erano molto trasversali.

«I temi hanno spaziato dalla biologia marina all’antropologia, dalle neuroscienze all’invecchiamento sano e attivo, dalla medicina del benessere ai corretti stili di vita e tanto altro».

Si è parlato della salute che inizia a tavola.

«Un interessante contributo ha coniugato biologia molecolare e gastronomia, presentato dalla professoressa Proia. Il tema dell’introduzione di una dieta che sfrutta proteine di insetti o la carne coltivata in laboratorio è stato presentato in una chiave evolutiva. Le proteine sembrano rappresentare la risorsa futuristica, sebbene, sulla base di recenti ipotesi, potrebbero al contempo rappresentare l’origine della vita».

Si è anche parlato di salute del mare e tecnologie innovative.

«Il dott. Andaloro ha presentato le nuove frontiere delle esplorazioni degli ambienti estremi marini, grazie all’uso della robotica e dell’intelligenza artificiale. Sensori olfattivi, rilevatori acustici e telecamere ad alte prestazioni sono già nuove opportunità di conoscenza e sfruttamento sostenibile di risorse marine; ma anche il rischio di una rapida sovra-esplorazione se non gestite con consapevolezza e con un approccio scientifico, non eccessivamente tecnologico».

Con mia grande sorpresa, c’è stato spazio per la salute dei centenari siciliani.

«Lo studio dei centenari siciliani, condotto dal gruppo di ricerca della prof.ssa Candore, ci ha offerto importanti spunti sul processo di invecchiamento. Questa popolazione mostra un equilibrio tra ossidazione e infiammazione simile a quello dei giovani, suggerendo una migliore funzionalità dei sistemi di regolazione dell'infiammazione. Fattori come dieta mediterranea, attività fisica regolare, legami sociali forti, genetica e ambiente contribuiscono a questa longevità».

Senza dimenticare l’ambiente. La natura offre risorse per la salute umana.

«I recenti studi presentati dal gruppo del prof. Negro utilizzano una neurotossina derivata dal veleno della vedova nera, che stimola la rigenerazione assonale in vari tipi di lesioni del sistema nervoso periferico. Attualmente, questa ricerca si sta estendendo a patologie croniche come la Sla».

La mitologia, piacevolmente, ha fatto da sfondo alle patologie.

«La presentazione della prof.ssa Galassi ha affrontato il tema del gigantismo e del nanismo nella storia, utilizzando un approccio multidisciplinare, combinando arte, endocrinologia, anatomia umana, paleopatologia, antropologia ed evoluzione. E i riferimenti mitologici non sono mancati».

Infine, ritornando al One Health, questo congresso ha promosso una iniziativa per giovani artisti. Di cosa si trattava?

«Abbiamo organizzato un contest per gli allievi della prestigiosa “Accademia delle belle arti di Palermo” con particolare riferimento al tema del “One Health”. Gli studenti, singolarmente o in gruppo, hanno realizzato opere moderne su questo tema e quelle selezionate sono state esposte durante il congresso a Palazzo Steri. Ai primi tre classificati sono andati premi in denaro messi a disposizione dall’Ente regionale per il diritto allo studio (Ersu) di Palermo. È stato un modo per sensibilizzare sul tema del “One Health” anche questa categoria di studenti».

Sabrina Lo Brutto

Sabrina Lo Brutto, Professoressa di Zoologia del Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (DiSTeM) dell’Università di Palermo. Insegna nei Corsi di Laurea in Scienze Biologiche e Scienze del Turismo. Svolge attività di ricerca indirizzata allo studio della biodiversità marina mediterranea e alla museologia scientifica. É stata Direttrice del Museo di Zoologia “P. Doderlein” dell’Ateneo palermitano, è membro del National Biodiversity Future Center (NBFC), coordina progetti e iniziative di divulgazione scientifica. È stata membro del Consiglio Direttivo dell’Unione Zoologica Italiana; ad oggi ne è membro della Commissione Fauna e Ambiente.