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1,8 trilioni di dollari all’anno di sussidi dannosi per l'ambiente: «Il denaro pubblico sta finanziando la nostra stessa estinzione»

The B Team e Business for Nature: ridestinarli per salvare la natura, l’economia e l’umanità
 |  Natura e biodiversità

In vista dell'ultimo round negoziale della Convention on Biological Diversity (CBD COP15), The B Team e Business for Nature hanno pubblicato il briefing congiunto “Financing Our Survival: Building a Nature-Positive Economy through Subsidy Reform”, che riassume i messaggi chiave dello studio “Protecting Nature by Reforming Environmentally Harmful Subsidies: The Role of Business” pubblicato da Doug Koplow di  Earth TracK e Ronald Steenblik della Global Subsidies Initiative of the International Institute for Sustainable Developmene, e punta a informare i governi e il processo decisionale delle imprese sulla riforma delle sovvenzioni dannose per l'ambiente (Environmentally Harmful Subsidy - EHS).  Le EHS sono programmi governativi che incoraggiano la produzione o il consumo insostenibili e danneggiano la natura esaurendo le risorse naturali, degradando gli ecosistemi globali e danneggiando la salute del pianeta. Questi sussidi esistono in varie forme, dai pagamenti in contanti alla fornitura di credito da parte del governo, limiti di responsabilità, agevolazioni fiscali speciali o esenzioni normative o fornitura di beni o servizi di proprietà pubblica al di sotto del prezzo di mercato.

Il briefing parte da una domanda: «I sussidi governativi sono creati per favorire lo sviluppo socioeconomico, ma cosa accadrebbe se finissero per portare alla distruzione della natura, da cui la nostra società e la nostra economia dipendono per sopravvivere e prosperare?». Una domanda tutt’altro che irrealistica visto che, come dicono The B Team e Business for Nature  «Sfortunatamente, questa è la vera sfida che dobbiamo affrontare oggi». Il nuovo studio ha esaminato un'ampia gamma di sussidi dannosi per l'ambiente in tutti i settori e stima che «Il mondo stia spendendo almeno 1,8 trilioni di dollari all'anno, equivalenti al 2% del PIL globale, per sussidi che sono guidando la distruzione degli ecosistemi e l'estinzione delle specie. In altre parole, il denaro pubblico sta finanziando la nostra stessa estinzione. Tuttavia, con determinazione politica e una radicale collaborazione tra settore pubblico e privato, possiamo riformare questi sussidi dannosi e creare opportunità per un'economia equa, positiva per la natura e a zero emissioni».

Per farlo, come dimostra l’assurdo dibattito politico di questi giorni sull’energia in Italia, occorre più consapevolezza, trasparenza e divulgazione dei dati sui sussidi sia dei governi che delle imprese.

çPer le due organizzazioni, la COP15 CBD  che si terrà entro la fine dell'anno a Kunming, in Cina, «E’ la nostra migliore occasione per adottare un ambizioso Post-2020 Global Biodiversity Framework che includa un linguaggio chiaro sulla riforma dei sussidi e acceleri l'azione imprenditoriale».

Gli EHS sono prevalenti in un'ampia gamma di settori, tra cui agricoltura, costruzioni/edilizia abitativa, silvicoltura, combustibili fossili, pesca, trasporti e acqua. Questi settori rappresentano la stragrande maggioranza delle emissioni di gas serra e degli impatti sugli ecosistemi.

Il World Economic Forum classifica il fallimento dell'azione climatica, gli estremi climatici e la perdita di biodiversità come le tre principali minacce che deve affrontare l'umanità, alimentate in parte dal flusso imponente di denaro pubblico che va alle industrie e alle pratiche dannose. Queste sfide ambientali a loro volta peggiorano le disuguaglianze sociali poiché le popolazioni più vulnerabili sono spesso le più colpite dai disastri naturali.

Il briefing evidenzia che «La portata e la natura dell'EHS dimostrano l'entità della sfida e le potenziali opportunità offerte dalla riforma , in particolare dell'aumento della finanza sostenibile. La riforma delle sovvenzioni deve tenere conto delle varie forze economiche e sociali che entrano in gioco, nonché dell'imperativo per una transizione giusta ed equa. Una riforma gestita con sensibilità significa fornire sostegno alle famiglie più povere e alle comunità più vulnerabili, ad esempio tramite trasferimenti di denaro mirati. Una maggiore trasparenza e una comprensione più profonda dei flussi finanziari delle sovvenzioni sono prerequisiti per garantire una riforma EHS efficace e responsabile».

Secondo Elizabeth Mrema, segretaria esecutiva della CBD, «Questo rapporto è di fondamentale importanza. L'azione trasformativa su incentivi e sussidi dannosi per la biodiversità sarà decisiva in questo decennio per piegare la curva della perdita di biodiversità. Credo fermamente che questo rapporto tempestivo aiuterà a generare il necessario slancio politico e contribuirà al global biodiversity framework ».

Per creare una maggiore trasparenza, l'obiettivo principale dovrebbe essere la divulgazione di tutti i sussidi, il che permetterà a sua volta agli esperti di valutare accuratamente i sussidi dannosi per l'ambiente e di mapparne i flussi. Inoltre. è necessario un processo di monitoraggio chiaro e universale sia per i governi che distribuiscono i sussidi sia per i beneficiari, in particolare le imprese, che li ricevono. Questo  monitoraggio deve avvenire in tutti i settori e andare oltre i confini politici.

I governi dovrebbero prima di tutto reindirizzare sussidi dannosi, cosa essenziale per portare a molti risultati positivi per la natura. «Ad esempio – si legge nel briefing -  possono liberare ingenti risorse governative per sostenere i bisogni sociali e i mezzi di sussistenza locali, reindirizzare i capitali verso il ripristino ecologico, comprese soluzioni basate sulla natura e colmare il gap finanziario della biodiversità riducendo il degrado ambientale e sbloccando i finanziamenti necessari per mitigarlo».

La COP15 CBD, nella quale i Paesi di tutto il mondo dovrebbero approvare il Post-2020 Global Biodiversity Framework, rappresenta un momento critico per catalizzare l'azione globale sulla riforma dei sussidi e  The B Team e Business for Nature invitano tutti i governi ad «Adottare un obiettivo chiaro e ambizioso all'interno del Global Biodiversity Framework all’UN Convention on Biological Diversity (CBD COP15) che impegni i governi a reindirizzare, riutilizzare o eliminare tutti i sussidi dannosi per l'ambiente entro il 2030 e ad  aumentare gli incentivi positivi per realizzare un mondo equo, netto zero e nature-positive».

Ed è un appello rivolto anche alle imprese  che, come ricorda il briefing, «Fanno affidamento sulla natura in ogni fase della catena del valore, quindi ricevere e fare pressioni per sussidi che danneggiano la natura non è sostenibile. Gli EHS creano rischi operativi, per la catena di approvvigionamento e per reputazione della imprese, distorce i prezzi di mercato, l'allocazione delle risorse e le decisioni di investimento, incoraggia la produzione e il consumo non sostenibili per l'economia e crea concorrenza sleale».

Invece, la riforma EHS creerebbe diverse opportunità per le imprese, compresi: «Il sostegno alle ambizioni dell'Accordo di Parigi sul clima, l'aumento del posizionamento competitivo e l'interesse degli investitori motivati ​​dai criteri ESG. Una riforma informata dei sussidi può aumentare le opportunità commerciali e di investimento, creare posti di lavoro, invertire la perdita della natura e contribuire a garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta.  Le aziende lungimiranti capiscono che devono prepararsi per la riforma dei sussidi e anche gli investitori stanno iniziando a riconoscere i rischi finanziari degli EHS».

Per questo  The B Team e Business for Nature chiedono a imprenditori e investitori di: «Sostenere che i governi riformino i sussidi reindirizzando, riproponendo o eliminando i sussidi dannosi per l'ambiente verso un mondo equo, a zero emissioni e nature-positive entro il 2030. Collaborare in tutti i settori della società per aumentare la consapevolezza dei vantaggi competitivi, reputazionali e per gli investitori derivanti dalla divulgazione delle sovvenzioni e promuovere azioni per la riforma delle sovvenzioni. Supportare lo sviluppo di standard internazionali , quadri e linee guida per la divulgazione obbligatoria dei criteri ESG che includa i sussidi».

Christiana Figueres, di The B Team ed ex segretaria esecutiva dell’Unfccc, ha commentato: «La natura sta diminuendo a un ritmo allarmante e non abbiamo mai vissuto su un pianeta con così poca biodiversità. Almeno 1,8 trilioni di dollari stanno finanziando la distruzione della natura e cambiando il nostro clima, creando al contempo enormi rischi per le stesse imprese che ricevono i sussidi. Nel frattempo, non abbiamo ancora raggiunto l'obiettivo di finanziamento climatico dell'Accordo di Parigi di 100 miliardi di dollari all'anno. I sussidi dannosi devono essere reindirizzati verso la protezione del clima e della natura, piuttosto che finanziare la nostra stessa estinzione».

Paul Polman, Business leader, attivista e coautore di "Net Positive", conclude: «Pochi sono a conoscenza dei 1,8 trilioni di dollari di sussidi perversi elargiti dai governi a livello globale, che portano al degrado ambientale, alla povertà e che presto saranno il principale fattore del cambiamento climatico. E’ ora di fermare le lobby egoistiche e miopi che perpetuano i sussidi dannosi, indirizzando invece il denaro pubblico verso il sostegno delle aziende responsabili nella transizione verso modelli di business positivi per natura».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.