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Wwf: ascoltare il potente messaggio di Papa Francesco per porre fine alla insensata guerra al Creato

M5S: un appello che dovrebbe scuotere il governo. Verdi/Sinistra Italiana: sessione del Parlamento a Camere riunite per discutere di contrasto alla crisi climatica e rischio idrogeologico
 |  Natura e biodiversità

Da organizzazione laica, che comprende persone di tutte le fedi e convincimenti, il Wwf raccoglie e rilancia l’appello che «Con parole potenti, esplicite, molto poetiche e a tratti commoventi, Papa Francesco ha rivolto nel suo messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, che si celebrerà il 1 settembre. Uno spunto per la riflessione e la preghiera dei credenti, ma anche un vero e proprio piano d’azione per tutte le persone di buona volontà. Per il Papa, “un approccio d’insieme richiede di praticare il rispetto ecologico su quattro vie: verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi”».

L’associazione ambienta lista evidenzia che  «Papa Bergoglio, tra l’altro, invita a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa insensata guerra al creato, mettendo in particolare l’accento sul fatto che “l’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste stanno creando un innalzamento delle temperature e provocando gravi siccità” e condanna esplicitamente le “industrie predatorie” che “stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile con pratiche estreme come la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas, i progetti di mega-estrazione incontrollata e l’allevamento intensivo di animali”».

E il Papa ricorda che «Possiamo e dobbiamo evitare che si verifichino le conseguenze peggiori».  Il Wwf ricorda che «L’agenda che Papa Francesco detta ai credenti parte dalla “Conversione ecologica”, cara anche a Papa Giovanni Paolo II, pentendosi dei “peccati ecologici” e abbracciando le scelte positive. Ma il Papa non dimentica certo le politiche pubbliche, e dopo aver richiamato il “debito ecologico” dei paesi di più antica industrializzazione,  Francesco sottolinea che i leader mondiali presenti al vertice COP28, in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre di quest’anno, devono ascoltare la scienza e iniziare una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili. “E’ un controsenso consentire la continua esplorazione ed espansione delle infrastrutture per i combustibili fossili. Alziamo la voce per fermare questa ingiustizia verso i poveri e verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico. Faccio appello a tutte le persone di buona volontà affinché agiscano in base a questi orientamenti sulla società e sulla natura”».

L’intervento del Papa è piaciuto molto anche ai i deputati deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione ambiente della Camera - Ilaria Fontana, Patty L’Abbate, Daniela Morfino e Agostino Santillo – che in una nota congiunta sottolineano che «Le parole di Papa Francesco sono oltremodo forti: la comunità internazionale deve smetterla di fare “la guerra al creato” e mettere il rispetto alla tutela in cima alla lista degli obiettivi da perseguire, rimodellando le politiche pubbliche e produttive e abbandonando combustibili fossili e l’espansione illimitata delle infrastrutture».

Secondo il deputati del M5S, quello del Papa è «Un appello che dovrebbe scuotere le coscienze, a partire da quelle - se ci sono - del governo italiano, i cui esponenti dovrebbero dismettere questo approccio all’insegna del fastidio nei confronti dell’emergenza climatica. La cronaca di questi giorni di spunti ne offre, e bisogna piantarla di considerare oltranzista ideologico chiunque parli di transizione ecologica. Abbandono degli idrocarburi e sviluppo delle rinnovabili, nuova spinta al riciclo e al riuso in tema di rifiuti, riconversione dei modelli produttivi, trasporti a basso impatto, tutela della biodiversità, stop alla cementificazione forsennata: l’elenco delle cose da cambiare è sterminato. Questo governo invece aumenta i sussidi ambientalmente dannosi e ci propina trivelle, spot al nucleare, inceneritori, caccia nei parchi protetti, consumo di suolo indiscriminato e guerra totale alla mobilità elettrica e all’efficientamento energetico degli edifici. Ciliegina sulla torta, riesuma imponenti e fantasiose opere come il ponte sullo Stretto, il cui impatto sull’ambiente è potenzialmente terrificante. Meloni, Salvini e banda ascoltino Papa Francesco, la smettano con le politiche di mezzo secolo fa e sintonizzino le lancette dell’orologio al terzo millennio, che il tempo sta per scadere».

Intanto, Angelo Bonelli, il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, evidenzia la differenza tra quanto chiede il Papa e quanto fa e dice il governo di destra: «Le immagini di Brescia causate dalla pioggia intensa di queste ore, ci ripropongono quello che abbiamo visto in Romagna alcuni giorni fa e sono drammatiche ma non sono le prime e purtroppo non saranno le ultime. In questi giorni la destra al Governo, e non solo, attacca gli ambientalisti, affermando che la responsabilità di quanto avvenuto sarebbe dei Verdi e delle nutrie, non di chi ha autorizzato il cemento nelle aree alluvionali, interrato canali e negato il cambiamento climatico. Tutto ciò’ è semplicemente inaccettabile e fuori dalla realtà. Mentre l’Italia sta subendo una crisi climatica drammatica, con la Romagna nel fango, alla quale si unisce Brescia e prima ancora le Marche, Salvini festeggia per la conversione del decreto Ponte sullo Stretto con il quale vengono sperperati 15 miliardi di euro che dovevano essere investiti per rispondere all’emergenza e per la messa in sicurezza della penisola. Per questo, chiediamo una sessione del Parlamento a Camere riunite con la Presidente Meloni, per discutere provvedimenti non solo riguardo all’emergenza ma per contrastare la crisi climatica e attuare politiche per la messa in sicurezza dei territori dal rischio idrogeologico».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.