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Don Ciotti nominato socio onorario del Cai: «Gli eco-crimini fonte di guadagno della criminalità organizzata»

L’appello: «Laudato si’, il sogno di Papa Francesco, non si è ancora realizzato. Tanti ancora violentano la natura. Di fronte ai cambiamenti climatici, il tema che oggi tocchiamo con mano non è un futuro da aspettare, ma un tempo che ci chiama a unirci, ancora di più, per camminare insieme con fiducia e con coraggio»
 |  Natura e biodiversità
© Ufficio Stampa CAI

Per la prima volta la Sicilia ha ospitato l’assemblea nazionale del Cai, il Club alpino italiano. E nella giornata di apertura dei lavori è stata votata la nomina di don Luigi Ciotti come socio onorario del Cai. «Ricevo questo riconoscimento con molta emozione – ha detto il fondatore di Libera – il mio amore per la montagna, che è il mio punto di riferimento per la mia crescita spirituale, ha anche determinato il mio temperamento, che ho cercato di moltiplicare in favore di una coscienza della natura, per lottare perché la politica si assuma la sua parte di responsabilità, per non emarginare le montagne e la gente che vive in quelle valli, ma per valorizzarle, riconoscerle, incoraggiarle».

Essere socio onorario del Cai, per don Ciotti è anche uno sprone ad assumersi ancora maggiori responsabilità per difendere l’ambiente. «Voi mi insegnate che oggi la natura è in affanno, le montagne gridano. Sono creature vive, che vediamo in alcune realtà violentate senza pietà. Il polmone del pianeta è devastato dalle multinazionali: è la violenza più irragionevole che ci possa essere. E allora, l’avvenire è dove noi scegliamo di andare, non è un destino ineluttabile da attendere. Di fronte ai cambiamenti climatici, il tema che oggi tocchiamo con mano non è un futuro da aspettare, ma un tempo che ci chiama a unirci, ancora di più, per camminare insieme con fiducia e con coraggio».

L’appello è a «decidere che forza vogliamo dare al nostro tempo»: «Sono scelte possibili, non semplici. Tocca a noi scegliere dove andare. Laudato si’, il sogno di Papa Francesco, non si è ancora realizzato. Tanti ancora violentano la natura. Se la persona umana conta, ed è più importante di ogni cosa, non possiamo continuare a difendere un sistema dove le cose contano più delle persone». Il discorso del fondatore di Libera è molto concreto. Dice che la nuova direttiva europea per la tutela dell’ambiente deve essere applicata, anche perché «gli eco-crimini sono diventati una delle principali fonti di guadagno della criminalità organizzata»: «Arrivano anche sulle nostre montagne. Arrivano mascherati, tramite società. È urgente cambiare il passo, prendere coscienza che il problema della criminalità non riguarda solo qualcuno. Le mafie oggi sono più forti al Nord, ce le troviamo anche nelle nostre valli».

Redazione Greenreport

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