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Deflusso ecologico dei fiumi, il Governo impugna la legge della Regione Piemonte

Legambiente: «Nonostante le rimostranze delle associazioni ambientaliste, la Giunta regionale non ha mai fatto un passo indietro. Ora speriamo che sia il Governo, dello stesso colore politico tra l'altro, ad obbligarli a farlo»
 |  Natura e biodiversità

Il Governo Meloni ha deciso d’impugnare l'emendamento sul deflusso ecologico dei fiumi piemontesi, lo stesso che Legambiente riteneva illegittimo fin dalla sua approvazione in Consiglio regionale: gli articoli incriminati prorogavano al 2027 l’applicazione delle norme sul deflusso ecologico nei corsi d’acqua regionali, definendo inoltre una possibilità di prelievo idrico per uso agricolo che metterebbe fortemente a rischio la tutela dei nostri fiumi.

Con l’approvazione dell’emendamento proposto dal presidente della commissione Agricoltura del Consiglio regionale, Claudio Sacchetto, alla Legge regionale di riordino 9/2025 – pubblicata a luglio sul Bollettino ufficiale – è stata infatti rinviata al 31 dicembre 2026 in tutto il Piemonte l’applicazione del cosiddetto “deflusso ecologico”, ossia l’obbligo, imposto da una normativa europea, di garantire una portata prefissata nell’alveo dei fiumi al fine di tutelarne la salute e la biodiversità. 

«Accogliamo con favore la decisione del governo Meloni di impugnare l'emendamento. Nonostante le rimostranze delle associazioni ambientaliste, la Giunta regionale non ha mai fatto un passo indietro. Ora speriamo che sia il Governo, dello stesso colore politico tra l'altro, ad obbligarli a farlo, sconfessandone l’operato – commenta Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – La Regione Piemonte con l'approvazione di questo emendamento ha voluto mettere in contrapposizione netta la tutela dell'ecosistema fluviale piemontese con il comparto agricolo. La crisi climatica ha degli effetti anche sul territorio piemontese, come denunciamo da anni, e la scarsità della risorsa idrica è proprio quella più evidente. In un contesto di gravi conseguenze, servono da parte della Regione Piemonte, politiche serie e concrete di mitigazione e adattamento lavorando sulla riduzione dei consumi e dei prelievi, sull'accompagnamento del mondo agricolo a nuove colture meno idroesigenti, e sulla consapevolezza e sensibilizzazione. Un provvedimento come questo rischia di mettere in ginocchio quei settori che dipendono fortemente dalle risorse idriche, a partire proprio dall’agricoltura».

Redazione Greenreport

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