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Cervo sardo, boom di volontari per il censimento Wwf a Monte Arcosu

Un tempo decimati dai bracconieri, oggi in tutta l’isola gli esemplari superano quota 10.000 e hanno contribuito anche al ripopolamento della Corsica, dove la sottospecie si era estinta nel 1970
 |  Natura e biodiversità

Oltre 150 volontarie e volontari sulle tracce del cervo sardo: sono già esauriti i posti per il censimento “al bramito” che la Fondazione Wwf Italia organizza nella Riserva di Monte Arcosu, cuore pulsante del Parco regionale di Gutturu-Mannu. L’appuntamento è per venerdì 12 e sabato 13 settembre, dalle 16:00 alle 22:00: due sere di monitoraggi partecipati che trasformano l’ascolto delle vocalizzazioni dei maschi adulti in amore in un’azione scientifica utile a misurare lo stato di salute della popolazione.

L’iniziativa rientra nel progetto “Oasi Wwf del Cervo e della Luna”, con il supporto di Domus de Luna e la collaborazione delle Università di Sassari (Corso di laurea internazionale in Wildlife Management Conservation and Control) e di Cagliari. L’attività, volontaria e aperta a maggiorenni (esperti e non), prevede l’affiancamento agli operatori Wwf lungo punti d’ascolto prestabiliti e l’uso di un’app dedicata sviluppata insieme al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, per registrare in modo omogeneo e comparabile i dati raccolti.

Il censimento “al bramito” è uno degli strumenti più efficaci per tenere traccia della dinamica di una rara sottospecie, Cervus elaphus corsicanus, simbolo della fauna mediterranea. La sua storia in Sardegna è anche un caso-scuola di conservazione: alla fine degli anni Sessanta si stimavano non più di cento individui, quasi tutti concentrati nell’allora Riserva di caccia Eni a Monte Arcosu e falcidiati dal bracconaggio. Nel 1967 il neonato Wwf lanciò l’Operazione “Cervo sardo”; quando, nel 1985, i 3.000 ettari della riserva furono messi in vendita, una grande campagna di raccolta fondi – sostenuta da donatori, soci e anche dalla Comunità europea – consentì l’acquisto dell’area e la nascita della Riserva Wwf di Monte Arcosu, con l’obiettivo dichiarato di far risalire la popolazione.

I numeri raccontano il cambio di passo: oggi nella sola area di Monte Arcosu vivono oltre 2.000 cervi sardi; in tutta l’isola superano quota 10.000 e hanno contribuito al ripopolamento della Corsica, dove la sottospecie si era estinta nel 1970.

«Quella dedicata al cervo sardo è stata una grande operazione di conservazione. Il risultato di una strategia vincente, che ha unito la concretezza degli obiettivi, l’efficacia della comunicazione, l’adesione di enti pubblici, privati e tanti cittadini. Ci ha insegnato molto, intanto che non bisogna mai darsi per vinti. Soprattutto in una regione, come quella sarda, dove c’è ancora tantissimo da fare, e non è sempre facile intervenire», sottolinea Antonio Canu, delegato Wwf per la Sardegna.

Il successo della chiamata ai volontari conferma quanto la scienza partecipata possa rafforzare progetti di lungo periodo: più occhi e più orecchie sul territorio, metodi condivisi e restituzione pubblica dei risultati. È la stessa filosofia che anima la gestione dell’Oasi Wwf di Monte Arcosu: dalla lotta al bracconaggio al miglioramento degli habitat, dal monitoraggio della fauna alla formazione, in rete con università e comunità locali.

Redazione Greenreport

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