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La Prefettura: non c’è rischio atomico, ma spento per precauzione un reattore

Esplosione nella centrale nucleare francese di Flamanville (VIDEO)

Realacci: «Chiediamo al governo di fornire informazioni puntuali su quanto accaduto e sulla sicurezza dei cittadini»
 |  Nuove energie

Oggi, intorno alle 10,00, si è verificata un’esplosione nella centrale nucleare di  Flamanville, in Francia. Secondo Ouest France, i servizi di sicurezza di diversi centri di soccorso della Manche sono già sul posto o stanno arrivando.

L’esplosione sarebbe avvenuta nella sala macchine della centrale nuclleare di Flamanville, nella  Manche e, secondo le prime informazioni, potrebbero esserci dei feriti, ma Ouest France sottolinea che «il Plan particulier d'interventions (Ppi) non è stato avviato perché è assente ogni rischio nucleare, secondo la Prefettura».

La stessa prefettura parla di 5 persone intossicate in maniera lieve e dice che un reattore nucleare è stato spento per precauzione; i vigili del fuoco affermano che sono stati segnalati un incendio e un’esplosione all’interno della centrale, ma fuori dall’area nucleare.

Alla luce degli ultimi aggiornamenti il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, spiega che «le notizie che arrivano da Flamanville, dove stamattina in seguito a un indicente nella locale centrale nucleare è stato fermato per precauzione un reattore, sono tranquillizzanti ma si conferma la problematicità del nucleare. Chiediamo comunque al governo, in particolare al ministero dell’Ambiente, di attivarsi e fornire informazioni puntuali su quanto accaduto e sulla sicurezza di cittadini e territori. Sempre a Flamanville è dal 2007 in costruzione una nuova centrale nucleare con tecnologia Epr con tempi e costi lievitati, da 3 a 10,5 miliardi. Situazione analoga a quella dell’altra centrale nucleare Epr in costruzione in Europa occidentale: quella di Olkiluoto in Finlandia. Casi che confermano ulteriormente l’impraticabilità anche economica del nucleare e la lungimiranza degli italiani, che con il referendum del giugno 2011 hanno bloccato il ritorno dell’energia atomica in Italia, evitando ancora una volta che il Paese prendesse una strada vecchia, insicura, sbagliata e antieconomica».

Redazione Greenreport

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