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Cer, il Coordinamento Free sul decreto firmato da Pichetto: «Bene le aperture, ma la logica resta sbagliata»

Il provvedimento del Mase amplia la platea dei Comuni che possono accedere al Pnrr, estendendo il limite demografico da 5mila a 55mila abitanti. Ma l’associazione evidenzia «un approccio distorto alla gestione dei fondi del Piano, ossia più attenzione alla spesa rapida che all’efficacia degli interventi»
 |  Nuove energie

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato nei giorni scorsi un decreto, finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che introduce una serie di modifiche alla disciplina per l’incentivazione delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e delle configurazioni di autoconsumo. Il provvedimento amplia la platea dei Comuni che possono accedere ai fondi del Pnrr, estendendo il limite demografico da 5.000 a 50.000 abitanti e vengono introdotte alcune semplificazioni procedurali che possono favorire la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili. Tra le altre cose, viene prevista una maggiore flessibilità sui tempi di realizzazione, perché il decreto stabilisce che i lavori dovranno essere ultimati entro il 30 giugno 2026 e l’entrata in esercizio delle nuove strutture potrà avvenire entro 24 mesi dal completamento dei lavori, e comunque non oltre il 31 dicembre 2027.

Come osserva il Coordinamento Free, un segnale positivo arriva anche sul fronte delle tariffe incentivanti: ora non si applicano più riduzioni nemmeno agli investimenti fatti dai cittadini in presenza di altri incentivi cumulabili. In precedenza, l'agevolazione era invece riservata esclusivamente a pubbliche amministrazioni e associazioni senza scopo di lucro. È un passo avanti importante, sottolinea l’associazione impegnata nel settore delle rinnovabili e dell’efficientamento energetico, così come lo è lo snellimento delle procedure di rendicontazione, che ora avvengono al termine dei lavori e non più al momento della connessione, evitando i ritardi legati a tempistiche non dipendenti dai beneficiari.

Osservato tutto questo, il presidente del Coordinamento Free, Attilio Piattelli, sottolinea però diversi punti critici del testo messo a punto dal Mase, ora trasmesso alla Corte dei conti per le opportune verifiche: «Notiamo e ricordiamo che siamo in presenza di un vizio d'origine strutturale. Il meccanismo di finanziamento previsto inizialmente dal Pnrr per le Cer, ossia un contributo al 100% sotto forma di prestito a tasso zero, è stato successivamente trasformato in un contributo a fondo perduto del 40%. E questo cambiamento ha prodotto l'effetto opposto a quello auspicato: il restante 60% deve infatti essere reperito altrove, creando forti difficoltà a molte amministrazioni comunali e soggetti privati ​​interessati. In mancanza di coperture finanziarie certe, molti progetti rischiano di non vedere mai la luce. In generale, osserviamo un approccio distorto alla gestione dei fondi del Pnrr, ossia più attenzione alla spesa rapida che all'efficacia degli interventi».

Un esempio evidente di ciò, viene fatto notare, è il bando agrisolare. Inizialmente i contributi previsti erano pari al 50% a fondo perduto, successivamente elevati all'80% per garantirne il completo utilizzo. Sebbene il bando sia fondamentale per il comparto agricolo e favorisca l'autoconsumo attraverso impianti fotovoltaici sui tetti, contributi così elevati risultano ingiustificati per impianti che si ripagano da soli in pochi anni. È vero che i fondi vanno spesi, ma non devono essere sprecati.

Un discorso analogo riguarda il bando sull’Agrovoltaico, evidenzia il Coordinamento Free, dove sono stati concessi finanziamenti anche a imprese delle rinnovabili consorziate con aziende agricole in Associazioni temporanee d’impresa (Ati), e in questo caso sono stati ammessi al finanziamento progetti anche di centinaia di megawatt. Una scelta discutibile che privilegia pochi grandi interventi a discapito di molte piccole sperimentazioni distribuite sul territorio. Una diversa allocazione delle risorse avrebbe permesso di sostenere un numero molto maggiore di iniziative, favorendo sperimentazione, innovazione e diffusione della tecnologia.

 «Come Coordinamento Free ribadiamo una proposta che avanziamo da tempo. – ribadisce Attilio Piattelli - È necessario ricorrere con maggiore convinzione ai fondi rotativi con finanziamenti a tasso agevolato o a tasso zero. Questo strumento consentirebbe di finanziare un numero molto più elevato di iniziative, anche al 100%, pur garantendo la sostenibilità finanziaria del sistema. I fondi verrebbero infatti reintegrati man mano che i beneficiari restituiscono quanto ricevuto, permettendo così una gestione più efficiente, equa e duratura delle risorse pubbliche che vengono usate ma, in questo modo, anche salvaguardate. L’obiettivo non può essere semplicemente “spendere tutto”, ma anche e soprattutto spendere bene».

Redazione Greenreport

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