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Il metanodotto Oristano-Cagliari: un progetto insostenibile per la Sardegna, a spese dell'Italia

L’opera vale un salasso da oltre 55 euro per 40 milioni di contribuenti, l’equivalente di un canone Rai in più
 |  Nuove energie

Il progetto del metanodotto Oristano-Cagliari, promosso da Enura spa, prevede la costruzione di una condotta lunga 150 km, destinata a trasportare gas naturale dalle infrastrutture di Oristano (Santa Giusta) fino alle aree industriali del Sulcis e di Cagliari. "L’investimento" pubblico stimato è di 2,25 miliardi di euro, con un cronoprogramma di quattro anni di lavori.  Tuttavia, questo progetto solleva numerose criticità dal punto di vista ambientale, economico e sociale, rendendolo una scelta discutibile per il futuro energetico della Sardegna.

Secondo Arturo Lorenzoni, docente di Economia dell’energia all’Università di Padova, il metanodotto rappresenta una scelta obsoleta rispetto alle energie rinnovabili. Lorenzoni ha evidenziato come il fotovoltaico sia 20 volte più efficiente della biomassa, e che la Sardegna dovrebbe puntare su fonti rinnovabili per garantire un futuro energetico stabile e conveniente.  

Piergiorgio Bittichesu, per 30 anni responsabile Energia della Regione Sardegna è ora presidente di Saper (Associazione sardi per le rinnovabili), sottolinea l’esigenza di una corretta informazione per la terra sarda, ora distorta dal giornale Unione Sarda, capitanato da esponenti chiaramente riconducibili ai principali player degli idrocarburi: ad esempio il vicepresidente del cda dell’Unione Sarda è Franco Siddi, consulente di Snam ed ex Presidente dell’Ordine dei giornalisti sardi, anche se – afferma Siddi – questo “non ha mai influenzato la linea del giornale, che ha la massima indipendenza”.

Il progetto del metanodotto perpetua la dipendenza dai combustibili fossili, ostacolando la transizione energetica dell’isola. Secondo Bittichesu la Sardegna ha un potenziale enorme per lo sviluppo di impianti fotovoltaici ed eolici, ma la politica energetica regionale sembra favorire il gas fossile a discapito delle fonti rinnovabili.  La Sardegna risulta infatti l'ultima Regione in quanto a installazione di rinnovabili rispetto agli obiettivi comunitari europei con un ritardo di 284 MW dal Rapporto mensile sul Sistema elettrico di Aprile 2025 di Terna

Michele Pigliaru, presidente della Fimser, ha evidenziato che il percorso del metanodotto interessa più di 1.000 siti archeologici, di cui 12 zone a rischio archeologico elevato. Inoltre, il passaggio della condotta comporterebbe restrizioni edilizie su terreni pubblici e privati, con un impatto significativo su circa 1.500 aziende agricole.  

Anche le principali associazioni ambientaliste, tra cui Wwf, Greenpeace e Legambiente, hanno espresso una forte opposizione al progetto. Secondo un’analisi condotta da Sardegna Rinnovabile, il metanodotto rappresenta una minaccia per la salute e l’ambiente, e non contribuisce alla vera decarbonizzazione dell’isola.  

Ma il tema ambientale non è il solo elemento critico: ogni scelta energeticamente dannosa genera un costo sia economico che ambientale alla comunità. La Sardegna chiede all'Italia di pagare 2.25 miliardi di euro (diviso per una stima di 40milioni di contribuenti italiani sono oltre 50 euro a testa) per sostenere un'opera ormai anacronistica e tranquillamente superabile con interventi di efficienza energetica, riconversione energetica sostenibile, introduzione di tecnologie innovative e virtuose come sta avvenendo sotto gli occhi di tutti i sardi a Carbosulcis, dove una vecchia e arretrata e antieconomica miniera di carbone è stata convertita in un capolavoro di ingegneria energetica con un sistema di pompaggio e turbinaggio ad acqua che genera un sistema Bess tra i più sostenibili al mondo, di interesse da tutti i maggiori esperti europei di energetica per il suo valore economico sociale ed ambientale.

Investire in tecnologie sostenibili e moderne possono davvero far divenire la Sardegna un capolavoro di ingegneria energetica di fama europea... abbandonando le strade energetiche antieconomiche e dannose per il territorio, a beneficio di pochi grandi gruppi di potere che si dimostrano essere la zavorra del nostro successo economico ed ambientale.

Il metanodotto Oristano-Cagliari rappresenta un grave errore strategico per la Sardegna. La transizione energetica è una sfida cruciale per il futuro dell’isola, e il metanodotto rappresenta un ostacolo anziché una soluzione. È necessario un cambio di rotta, con investimenti mirati verso le energie pulite, per garantire un futuro sostenibile alla Sardegna e alle generazioni future.  

Alessandro De Lorenzi

Alessandro De Lorenzi è ingegnere energetico e gestionale indipendente, con base a Conegliano, Founder della rete collaborativa di professionisti SinergiAmbiente. Esperto nel settore finanziario ed energetico, con una solida formazione accademica, ha maturato esperienze in analisi finanziaria, gestione portafoglio energia e consulenza tecnica per grandi energivori partendo da Confindustria Treviso, poi in Alperia. Il suo impegno si estende anche alla didattica, divulgazione e alla formazione professionale oltre che nella realizzazione concreta della transizione energetica sul territorio italiano.