
Ue, blocchi graduali dal 2026 e poi stop totale all’import di gas russo dal 1° gennaio 2028

L’Unione europea accelera sulla stretta all’import di gas russo. La Commissione Ue ha presentato oggi una proposta che prevede lo stop totale, a cui si arriverà in tre fasi: dal primo gennaio 2026 sarà vietato firmare nuovi contratti con Mosca, gli accordi già siglati con scadenze a breve termine dovranno definitivamente essere chiusi entro il 17 giugno sempre del prossimo anno, mentre quelli a lungo termine dovranno cessare entro il 31 dicembre 2027. In definitiva, nessun accordo potrà continuare a valere o essere stipulato dal 1° gennaio 2028: niente più gas e petrolio russi all'interno dei confini Ue.
La proposta legislativa messa a punto da Bruxelles punta a «rafforzare l’indipendenza energetica e la competitività dell’Unione». Una necessità, considerato anche quello che è successo negli ultimi anni. Sottolinea non a caso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «La Russia ha ripetutamente tentato di ricattarci, trasformando le sue forniture energetiche in armi. Abbiamo adottato misure chiare per chiudere il rubinetto e porre fine per sempre all’era dei combustibili fossili russi in Europa».
Il testo varato oggi segue tra l’altro la roadmap di RePowerEu, adottata dalla Commissione Ue all’inizio del mese scorso. Il piano viene definito a livello comunitario per eliminare gradualmente e in modo coordinato le importazioni di gas e petrolio russi, «in uno spirito di solidarietà, perseguendo al contempo la transizione verso un’economia pulita». La proposta, spiegano da Bruxelles, è stata concepita per «preservare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Ue, limitando al contempo l’impatto su prezzi e mercati».
La scelta di procedere per tappe successive è finalizzata proprio a evitare scossoni di tipo economico che finirebbero per gravare sulla popolazione dei Paesi Ue: i livelli delle forniture attuali, spiegano sempre i vertici comunitari «possono essere gradualmente eliminati senza impatti economici significativi o rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento, grazie alla disponibilità di sufficienti fornitori alternativi nel mercato globale del gas, a un mercato del gas dell’Unione ben interconnesso e alla disponibilità di infrastrutture di importazione adeguate nell’Ue». La proposta prevede inoltre misure di salvaguardia e, viene sottolineato da Bruxelles, l’eliminazione graduale dei combustibili fossili russi «contribuirà in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi della bussola della competitività, del Clean Industrial Deal e del Piano d'azione per un'energia accessibile». Viene inoltre sottolineato come un sistema energetico «più pulito e indipendente contribuisca a rilanciare l’economia, sostenendo al contempo le ambizioni di decarbonizzazione dell’Europa».
Secondo quanto previsto dal regolamento illustrato oggi a Bruxelles, gli Stati membri dovranno presentare piani di diversificazione, con misure e traguardi precisi, per la graduale eliminazione delle importazioni di gas e anche petrolio russi. La Commissione Ue assicura che aiuterà i Paesi comunitari in questo processo e che monitorerà attentamente, insieme all’Agenzia dell’Ue per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia, i progressi e gli impatti dell’eliminazione graduale delle importazioni dei combustibili fossili russi. È stato inoltre previsto che se la sicurezza dell’approvvigionamento di uno o più Stati membri fosse minacciata, la Commissione potrà adottare misure di salvaguardia o di vera e propria emergenza.
La proposta di regolamento seguirà ora la procedura legislativa di codecisione propria dell’Unione. La parola passa cioè a Parlamento europeo e Consiglio, che dovranno discutere e, in caso di giudizio favorevole, adottare il nuovo regolamento. L’adozione da parte del Consiglio richiederà la maggioranza qualificata. E questo è un nodo che sta creando un dibattito interno all’Ue.
L’Ungheria si è infatti già messa di traverso e ha accusato la Commissione Ue di voler far approvare una sanzione contro la Russia per la guerra in Ucraina, il che richiederebbe l’unanimità, passando furbescamente per un’altra procedura, per la quale basta invece la maggioranza qualificata. Accuse respinte al mittente dal commissario Ue all’Energia, Dan Jorgensen, durante la conferenza stampa di presentazione della proposta per lo stop all’import di gas russo. Il divieto, ha specificato, reterà in vigore anche in caso di pace tra Ucraina e Russia: «Non è una sanzione collegata al conflitto in Ucraina. È un divieto che introduciamo perché la Russia ha strumentalizzato l’energia contro di noi, ci ha ricattato e non è un partner commerciale su cui poter riporre fiducia». Come che sia, l’Ungheria non avrà il potere di veto per fermare questa decisione sui combustibili fossili russi.
