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Rinnovabili, la grande divergenza: oltre il 70% della crescita è in Asia, l’Occidente resta indietro

Stiell (Onu): «La transizione globale verso le energie rinnovabili è sempre più inevitabile, ma i suoi enormi benefici umani ed economici non sono ancora condivisi in tutti i Paesi e le regioni»
 |  Nuove energie

Nel corso dell’Ottocento l’Occidente, sull’onda della rivoluzione industriale e della produzione di armi sempre più raffinate, marcò un solco profondo in termini di sviluppo economico rispetto al resto del mondo: è la cosiddetta grande divergenza, che adesso – all’alba di una nuova rivoluzione industriale – rischia invece di portare al declino proprio un Occidente che sembra aver rinunciato a competere alla frontiera dello sviluppo.

Il nuovo rapporto Renewable Energy Statistics 2025 pubblicato dall’International renewable energy agency (Irena) mostra che, nonostante la capacità di energia rinnovabile sia cresciuta di oltre il 15% nel 2024, ben il 71% delle nuove installazioni è rimasto concentrato in Asia, lasciando le briciole all’Europa (12,3%) e all’America del nord (7,8%), quest’ultima appena davanti all’Africa (7,2%).

«I Paesi e le regioni che attraggono investimenti sostanziali nelle rinnovabili stanno godendo una maggiore sicurezza energetica, un aumento dell'attività industriale e nuovi posti di lavoro, alimentando un più ampio sviluppo socioeconomico – spiega il dg dell’Irena, l’italiano Francesco La Camera – Colmare il divario e ridurre la differenza di investimenti tra Paesi e regioni è fondamentale. Sono necessarie politiche mirate, finanziamenti internazionali e partenariati che sblocchino capitali e tecnologie dove sono maggiormente necessari. Allineando i flussi di investimento con i quadri politici, possiamo garantire che la transizione verde diventi un potente motore per la resilienza e la crescita economica sostenibile a livello globale».

In qualità di Agenzia responsabile del monitoraggio dell'obiettivo globale di triplicare la capacità rinnovabile installata entro il 2030, l'Irena rimane impegnata a esaminare i progressi e a individuare le lacune rispetto al traguardo su base annua. Sebbene i 582 GW di capacità rinnovabile aggiunti nel 2024 rappresentino un aumento annuale record, non sono ancora sufficienti per raggiungere l'obiettivo globale di triplicare la capacità a 11,2 TW entro il 2030. 

Se si mantiene lo stesso tasso di crescita annuale, il mondo raggiungerà solo 10,3 TW di capacità rinnovabile installata, mancando l'obiettivo di 0,9 TW. Per raggiungere l'obiettivo entro il 2030, la capacità isntallata dovrebbe aumentare ancora più rapidamente, con un tasso annuo del 16,6% all’anno in meno tempo dei cinque anni rimanenti.

Il trend della capacità rinnovabile rivela inoltre la predominanza dell'energia solare ed eolica. Insieme, hanno rappresentato il 97,5% di tutte le nuove aggiunte nette di rinnovabili nel 2024, con il solare che è aumentato di 453 GW. Questo dimostra la competitività economica dell'energia solare, che offre opportunità di business e sicurezza energetica in modo rapido e sostenibile. 

L'energia eolica segue a ruota, con 114 GW di nuova capacità installata. Ora che le rinnovabili stanno raggiungendo i combustibili fossili in termini di quota di capacità installata (46,2% per le rinnovabili contro il 47,3% per i combustibili fossili), la tesi per cui le rinnovabili siano un investimento intelligente che crea posti di lavoro e una crescita sostenibile risulta ancora più convincente.

«La transizione globale verso le energie rinnovabili è sempre più inevitabile, ma i suoi enormi benefici umani ed economici non sono ancora condivisi in tutti i Paesi e le regioni – argomenta il segretario esecutivo delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici, Simon Stiell – Per rispettare l'accordo globale raggiunto alla COP28 di triplicare le energie rinnovabili entro il 2030, dobbiamo avanzare molto di più e più rapidamente, e fare maggiori progressi sui fattori abilitanti fondamentali per i Paesi in via di sviluppo più vulnerabili. Gli investimenti necessari porteranno enormi benefici: riduzione delle emissioni, stimolo alla crescita economica, creazione di posti di lavoro e garantiranno energia sicura e accessibile per tutti».

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.