Come ampliare la produzione di pale eoliche: Vestas presenta a Urso un piano su Taranto da 200 milioni
La conformazione geografica garantisce all’Italia un gran potenziale per quel che riguarda l’eolico offshore: secondo recenti stime può raggiungere i 20 GW di capacità installabile entro il 2050. Il problema è che lo sviluppo dell’eolico marino continua a scontrarsi con ritardi autorizzativi e lungaggini burocratiche, come è emerso da un report presentato a metà luglio da Legambiente.
Segnali incoraggianti però non mancano, se si guarda a quel che si muove sul fronte delle aziende impegnate nelle rinnovabili. Ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato a Palazzo Piacentini Henrik Andersen, amministratore delegato di Vestas. Nel corso dell’incontro, spiega una nota diramata dal Mimit, sono stati approfonditi gli ultimi investimenti e le prospettive di crescita in Italia del gruppo multinazionale danese, leader mondiale nella progettazione, produzione e manutenzione di turbine eoliche onshore e offshore.
Al centro dell’incontro è stato messo in particolare l’investimento di Vestas a Taranto, dove l’azienda è presente dal 1998 e dove, per quest’anno, prevede di produrre 150 pale eoliche. Come sottolineato da Andersen, il sito pugliese è in fase di ampliamento con tre progetti che prevedono un investimento complessivo di oltre 200 milioni di euro - due dei quali sostenuti dal Mimit attraverso contratti di sviluppo - con conseguenti ricadute occupazionali positive per il territorio tarantino.
Già ad oggi Vestas, che è presente nel nostro Pese attraverso la controllata Vestas Blades Italia da 27 anni, impiega circa 2.300 dipendenti e ha realizzato oltre 5,6 GW di capacità eolica, sviluppando una filiera che ha generato commesse a fornitori nazionali per oltre 100 milioni di euro l’anno.