Le rinnovabili continuano a correre, nonostante Trump: cresceranno di 2,6 volte al 2030
L’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) ha pubblicato oggi l’aggiornamento del suo rapporto Renewables 2025, nel quale prevede un aumento della capacità globale di energia rinnovabile di 4.600 gigawatt (GW) entro il 2030 – un valore equivalente alla somma della capacità di generazione elettrica di Cina, Unione europea e Giappone: «La crescita della capacità rinnovabile globale nei prossimi anni sarà dominata dal solare fotovoltaico – commenta il direttore esecutivo della Iea, Fatih Birol – ma anche eolico, idroelettrico, bioenergia e geotermia contribuiranno. Il solare fotovoltaico rappresenterà circa l’80% dell’aumento della capacità rinnovabile mondiale nei prossimi cinque anni».

Nonostante le pressioni a favore dei combustibili fossili guidate dalla presidenza Trump, che cercano di dare spallate anche ai vertici Iea, la pur tangibile influenza di The Donald è circoscritta ai quali soli Usa. Le previsioni Iea di crescita della capacità rinnovabile globale sono state leggermente riviste al ribasso (-5% rispetto al rapporto 2024) a causa di modifiche politiche, regolatorie e di mercato, ma se negli Stati Uniti la riduzione è quasi del 50%, nell’Ue la previsione è stata rivista leggermente al rialzo grazie alle installazioni fotovoltaiche su larga scala, trainate da una forte attività di Ppa in Germania, Spagna, Italia e Polonia, che compensa un outlook più debole per l’eolico offshore; al contempo, la Cina rappresenta ancora quasi il 60% della crescita globale e dovrebbe raggiungere i propri obiettivi eolici e solari per il 2035 con cinque anni di anticipo.
Anche a livello aziendale, la fiducia nel settore delle rinnovabili resta elevata. La maggior parte dei principali sviluppatori ha mantenuto o aumentato i propri obiettivi di dispiegamento al 2030 rispetto allo scorso anno, riflettendo la resilienza e l’ottimismo del comparto. L’unica eccezione è l’eolico offshore, con prospettive di crescita più deboli – circa un quarto in meno rispetto al rapporto dell’anno precedente – a causa di cambiamenti politici in mercati chiave, colli di bottiglia nelle catene di fornitura e aumento dei costi.

Complessivamente, la capacità rinnovabile globale è destinata a raggiungere 2,6 volte i livelli del 2022 entro il 2030, pur rimanendo al di sotto dell’obiettivo di triplicazione concordato alla Cop28 di Dubai; questo traguardo può ancora essere raggiunto se i Paesi adotteranno politiche rafforzate per colmare i divari tra ambizione e attuazione: serve ridurre le incertezze normative, abbreviare i tempi autorizzativi, aumentare gli investimenti nelle reti e nella flessibilità e ridurre i rischi finanziari.
Le difficoltà, certo, non mancano. I principali produttori di pannelli solari ed eolici hanno riportato forti perdite nonostante la crescita record delle installazioni globali. La sostenibilità finanziaria dei produttori rimane un problema critico. In Cina, i prezzi del solare fotovoltaico sono calati di oltre il 60% dal 2023 a causa dell’eccesso di offerta e della competizione per le quote di mercato, riducendo i margini dei principali produttori al -10% e accumulando perdite per quasi 5 miliardi di dollari dall’inizio del 2024. I produttori eolici al di fuori della Cina hanno registrato perdite cumulate per 1,2 miliardi di dollari nello stesso periodo.
«Con il crescente ruolo delle rinnovabili nei sistemi elettrici di molti Paesi, i decisori politici – aggiunge inoltre Birol – dovranno prestare particolare attenzione alla sicurezza delle catene di approvvigionamento e alle sfide di integrazione nelle reti». Le sfide emerse nel caso della Spagna sono da manuale ma anche i vantaggi, dato che oggi il Paese può vantare prezzi dell’elettricità tra i più bassi d’Europa proprio grazie all’espansione delle fonti rinnovabili.
A livello globale la produzione di elettricità da rinnovabili dovrebbe aumentare del 60%, passando da 9.900 TWh nel 2024 a 16.200 TWh nel 2030. Secondo la Iea le rinnovabili sono destinate a superare il carbone alla fine del 2025 (o al più tardi entro metà 2026, a seconda della disponibilità idroelettrica), diventando la principale fonte di produzione elettrica globale: la quota delle rinnovabili nella produzione mondiale di elettricità crescerà dal 32% nel 2024 al 43% nel 2030, mentre la quota delle fonti rinnovabili variabili quasi raddoppierà, raggiungendo il 27%. Tra il 2025 e il 2030, le rinnovabili copriranno oltre il 90% della crescita della domanda globale di elettricità.
«L’espansione delle rinnovabili – documenta nel merito l’Agenzia internazionale dell’energia – ha già ridotto in modo significativo la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili in molti Paesi, migliorando la sicurezza energetica. Dal 2010, il mondo ha aggiunto circa 2.500 GW di capacità rinnovabile non idroelettrica, di cui l’80% in Paesi importatori di combustibili fossili. Senza queste installazioni, le importazioni globali cumulative di carbone e gas naturale sarebbero state superiori del 45% nel 2023. Ciò ha permesso di ridurre le importazioni di carbone di 700 milioni di tonnellate e di gas naturale di 400 miliardi di metri cubi, con un risparmio stimato di 1,3 trilioni di dollari dal 2010».
E secondo i dati messi in fila dal Ember, pubblicati oggi in parallelo al rapporto Iea, la nuova svolta è già arrivata: per il think tank, per la prima volta nella storia, le fonti rinnovabili hanno già generato più elettricità del carbone. Le rinnovabili hanno fornito 5.072 TWh di elettricità globale, rispetto ai 4.709 TWh dello stesso periodo del 2024, superando il carbone con 4.896 TWh, in calo di 31 TWh rispetto all'anno precedente.

La domanda globale di elettricità è aumentata del 2,6% nella prima metà del 2025, con un incremento di 369 TWh rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il solare da solo ha soddisfatto l'83% dell'aumento; il solare e l'eolico sono cresciuti abbastanza rapidamente da soddisfare l'aumento della domanda e iniziare a sostituire la generazione fossile. Il carbone è diminuito dello 0,6% (-31 TWh) e il gas dello 0,2% (-6 TWh), solo in parte compensati da un piccolo aumento della generazione da fonti fossili, per un calo totale dello 0,3% (-27 TWh). Di conseguenza, le emissioni del settore energetico globale sono diminuite dello 0,2%.
«Stiamo assistendo ai primi segnali di una svolta cruciale – conclude Małgorzata Wiatros-Motyka, senior electricity analyst di Ember – L'energia solare ed eolica sta crescendo abbastanza velocemente da soddisfare la crescente domanda di elettricità del mondo. Questo segna l'inizio di un cambiamento in cui l'energia pulita sta tenendo il passo con la crescita della domanda».