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L’evento alla Camera dei deputati

Italian hydrogen summit: urgente un tavolo interministeriale sull’idrogeno finalizzato a risolvere le attuali criticità

Appello di H2IT al governo per rafforzare la competitività del sistema nazionale: «A un anno dalla pubblicazione della strategia idrogeno servono strumenti chiari per supportare lo sviluppo del settore e la nascita di un mercato nazionale ad hoc»
 |  Nuove energie

Avviare un tavolo di lavoro interministeriale sull’idrogeno per affrontare lo sviluppo della filiera industriale, superare le attuali criticità esistenti e creare strumenti efficaci. È la richiesta emersa nel corso dell’Italian Hydrogen Summit, l’appuntamento annuale promosso da H2IT, Associazione Italiana Idrogeno. Alla Camera dei deputati si sono riuniti rappresentanti delle istituzioni (da Pichetto Fratin a Urso, da Foti a Fitto), del mondo produttivo, esperti e stakeholder del settore, per approfondire il ruolo dell’idrogeno nel panorama delle energie rinnovabili e il suo valore strategico per rafforzare la sicurezza energetica. A un anno dalla pubblicazione della Strategia Nazionale Idrogeno, che come già ha segnalato il nostro giornale prevede anche carbon capture storage e nucleare, le imprese chiedono una visione di lungo periodo e strumenti per pianificare investimenti strutturali, nella consapevolezza che occorre rafforzare la filiera industriale e la capacità manifatturiera.

L’idrogeno non è un prodotto che entra in un mercato esistente, ma un’intera filiera che necessita di uno sviluppo integrato e coordinato tra vari ambiti di competenza istituzionale. Il 2025 è un anno strategico per il futuro dell’idrogeno nel nostro Paese: le aziende stanno completando i progetti finanziati dal Pnrr in scadenza nel 2026 e avviando l’implementazione delle iniziative Ipcei (Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo). Parallelamente, si moltiplicano gli investimenti privati per la produzione di idrogeno rinnovabile destinato all’industria e alla mobilità. A livello europeo, permane la necessità di una semplificazione regolatoria che consenta di accelerare gli investimenti e rendere il mercato più attrattivo.

La mancanza di tempistiche definite e il rallentamento nell’attuazione del decreto Tariffe, volto a incentivare la produzione di idrogeno rinnovabile tramite contratti per differenza, unitamente al mancato recepimento della Direttiva (UE) 2023/2413 (RED III) – che prevedeva l’introduzione di quote minime obbligatorie di utilizzo di Rfnbo (Renewable Fuels of Non-Biological Origin) nell’industria e nei trasporti – rappresentano elementi di forte preoccupazione per H2IT. Tali criticità rischiano di compromettere lo sviluppo del settore e la competitività del sistema nazionale. Queste misure rappresentavano un passaggio strategico per la creazione di un mercato nazionale dell’idrogeno, in linea con le direttive europee e con la Strategia Nazionale Idrogeno. L’assenza di queste disposizioni rallenta l’intera filiera, mette a rischio le prospettive di sviluppo di un’industria nazionale dell’idrogeno e gli investimenti previsti dal Pnrr per il settore, compromettendo anche la fiducia degli investitori e rischiando di vanificare anni di lavoro congiunto tra istituzioni e imprese.

Nel corso dell’evento a Montecitorio è stato dunque segnalato quanto sia urgente favorire un dialogo aperto e costruttivo tra i ministeri competenti, il mondo industriale e i territori. Al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) fanno riferimento circa un miliardo e mezzo di euro di investimenti Pnrr destinati al settore idrogeno e due strumenti normativi fondamentali per l’attuazione della Strategia Nazionale Idrogeno: il decreto Tariffe (che incentiva la produzione di idrogeno rinnovabile) e la citata direttiva RED III. Il ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimi), nell’ambito dello sviluppo della filiera dell’idrogeno in Italia, ha una dotazione di circa 2 miliardi di euro destinati agli Ipcei idrogeno. Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) ha stanziato altri 600 milioni di euro di fondi Pnrr per lo sviluppo della mobilità a idrogeno stradale e ferroviaria. Dal Summit è però emersa la necessità di costruire strumenti a supporto della domanda industriale, per favorire il ricambio tecnologico con apparecchiature hydrogen-ready nei settori industriali difficili da elettrificare e della domanda nella mobilità, per favorire l’acquisto di flotte di veicoli a zero emissioni. È centrale anche il ruolo del ministero per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, è stato sottolineato, per avviare una visione strategica post-Pnrr, capace di dare continuità agli investimenti e fiducia agli operatori del settore. L’idrogeno è una sfida europea, e l’Italia si sta posizionando in modo competitivo in questo scenario, per cui è essenziale accompagnare la transizione verso un mercato dell’idrogeno maturo, capace di generare valore, occupazione e innovazione per il Paese.

Redazione Greenreport

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