Anche l’Italia avvia i test sugli psichedelici contro la depressione resistente, coi fondi Pnrr
Secondo i dati messi in fila dall’Istituto superiore di sanità, circa il 6% degli italiani mostra sintomi depressivi, riconducibili alla depressione maggiore nella metà dei casi. Per quanti sono afflitti da forme resistenti ai trattamenti tradizionali, s’inizia a schiudere adesso una nuova possibilità di cura: quella con gli psichedelici.
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha infatti autorizzato la prima sperimentazione in Italia della psilocibina, un composto estratto da alcune specie di funghi con proprietà allucinogene, per il trattamento della depressione resistente al trattamento.
Lo studio è finanziato con fondi Pnrr e avrà una durata di 2 anni: prevede l’arruolamento di 68 pazienti con depressione resistente che saranno trattati con psilocibina in un contesto rigorosamente controllato e supervisionato.
Coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha eseguito i test preclinici, lo studio sarà condotto presso la Clinica Psichiatrica dell’ospedale di Chieti, diretta da Giovanni Martinotti, con il contributo del Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche dell’Università “D’Annunzio” e in collaborazione con la Asl Roma 5 e l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia.
«Per la prima volta potremo valutare l’efficacia della psilocibina in un contesto rigorosamente controllato e clinicamente supervisionato – spiega Francesca Zoratto, ricercatrice Iss e principal investigator del progetto – ma anche esplorarne forme innovative come quella non psichedelica, che possa eliminare gli effetti allucinogeni mantenendo il potenziale terapeutico». Un approccio, quest’ultimo, sul quale la comunità scientifica di settore sta ancora cercando di fare chiarezza, perché l’esperienza psichedelica potrebbe essere parte essenziale del processo di cura.
L’Italia s’inserisce solo adesso, finalmente, in un campo d’indagine che è tornato fiorente a livello internazionale ormai da anni. «L’interesse legato a questa sperimentazione – ricapitola nel merito l’Iss – risiede negli effetti allucinogeni prodotti dalla psilocibina: una volta assunta viene trasformata nell’organismo in psilocina, che agisce su recettori della serotonina, modulando l’attività delle reti cerebrali coinvolte nell’umore, nella percezione e nel pensiero. Negli ultimi anni diversi studi clinici condotti negli Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera e Australia hanno evidenziato che una o due somministrazioni di psilocibina possono produrre effetti antidepressivi rapidi e duraturi, con miglioramenti clinici significativi persistenti fino a sei mesi in pazienti con depressione resistente ai trattamenti tradizionali».
Gli effetti della psilocibina saranno valutati con tecniche avanzate di neuroimaging e neurofisiologia, metodologie che permettono di ottenere immagini dettagliate del cervello, con l’obiettivo di identificare biomarcatori cerebrali e definire nuove strategie di psichiatria di precisione.
«Siamo di fronte a un cambio di paradigma sia scientifico che culturale – argomenta Giovanni Martinotti, Professore Ordinario di Psichiatria all’Università di Chieti – che ci permette di saperne di più sul potenziale antidepressivo della psilocibina e sulle sue modalità di azione. È una grande occasione per la ricerca italiana e per migliorare le cure per la salute mentale. Queste conoscenze potranno rendere l’impiego delle nuove molecole ancora più sicuro, accettabile e accessibile per l’applicazione in ambito clinico».
Nel frattempo, l’Associazione Luca Coscioni continua a portare avanti il suo impegno a favore della sperimentazione delle molecole allucinogene: nei mesi scorsi è stato lanciato L’Italia apra alle terapie psichedeliche, un appello in quattro punti indirizzato ai ministri Schillaci e Crosetto.
«Le richieste – snocciola Marco Perduca per l’Associazione – prevedono la prescrivibilità degli psichedelici nell’ambito delle cure palliative e in quanto terapie compassionevoli, l’istituzione di un progetto pilota incentrato sullo studio della sindrome da stress post-traumatico del personale militare impiegato in missioni internazionali, infine un confronto istituzionale con una delegazione di esperti.
L’appello è al momento giunto a circa 15000 sottoscrizioni tra cittadini e operatori del settore. Il 27 settembre a La Spezia l’Associazione terrà un evento pre-congressuale dedicato agli psichedelici e continua a partecipare alla mobilitazione di Psychedelicare.eu l’iniziativa civica che chiede alla Commissione europea adeguati finanziamenti e un impegno internazionale per ritabellizzare gli psichedelici. L’iniziativa può essere sottoscritta qui».