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Ecco come si è sviluppato l’ultimo terremoto che ha devastato l’Afghanistan

La sua distruttività è dovuta ad una coincidenza di cause naturali e antropiche
 |  Scienza e tecnologie
Nella mappa riportiamo ierremoti dell'Afghanistan di NE con M>4 degli ultimi 50 anni

L’Afghanistan è regolarmente interessato da forti terremoti, gli ultimi dei quali sono avvenuti nel novembre 2023 (ne ho parlato qui) lungo la faglia di Herat. Tutte le agenzie concordano sul meccanismo dell’evento sismico: il terremoto M 6 del 31 agosto 2025 si è verificato a causa di una faglia inversa e quindi il meccanismo è compressivo. I dati sull’epicentro sono ancora incerti: ad esempio GEOFON lo colloca a N del fiume Kumar, INGV e USGS a sud. 

Il sisma, come è noto, ha provocato oltre 1000 morti (il bilancio è ovviamente provvisorio). Quando il terremoto è comparso sui database si è diffusa un po' di apprensione pensando a magnitudo, orario ed edilizia locale. Di fatto il PAGER nella pagina dedicata all’evento nel sito di USGS all’inizio era “non troppo pessimista” e segnalato con il colore giallo. Poi con l’andare del tempo è diventato prima arancione e poi rosso, a significare il netto peggioramento della situazione.

La sua distruttività è dovuta ad una coincidenza di cause naturali e antropicheLe cause naturali sono (1) la sua energia, paragonabile a quella del terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016 e (2) la sua profondità davvero ridotta (meno di 10 km). Venendo alle cause antropiche, siccome come è noto i danni e i morti non li fa un terremoto in se, ma le costruzioni della zona colpita, ecco che il bilancio si spiega con la pessima qualità degli edifici: la maggior parte delle case è costruita in fango, mattoni, legno e pietra non legati, proprio la tipologia edilizia peggiore dal punto di vista antisismico. Inoltre il terremoto è avvenuto alle 23.47 locali, quindi in piena notte e la gente era praticamente tutta in casa. Il bilancio sarebbe stato decisamente meno grave se fosse avvenuto di giorno. Ad ora si sono verificate anche diverse repliche, tutte per fortuna di Magnitudo minore.

I terremoti sono comuni in quel settore posto tra Afghanistan orientale e Pakistan occidentale e si verificano entro una ampia gamma di profondità. Sempre nella pagina su questo terremoto l'USGS riporta come in un raggio di circa 250 km dal terremoto del 31 agosto dal 1950, si sono verificati altri 71 terremoti di M 6 o superiore (in media uno all’anno, quindi), e la M di 6 di questi è stata di 7 o superiore.

L'AFGHANISTAN: UN’AREA GEOLOGICAMENTE MOLTO COMPLESSA. Geologicamente l’Afghanistan e i suoi dintorni rappresentano un’area fra le più complesse essendo stata interessata da almeno 3 episodi di collisione fra l’Eurasia e blocchi continentali derivati dal Gondwana negli ultimi 300 milion di anni, di l'ultimo è ancora in corso. Il tutto si vede bene nella nella carta di Sihel (2015):

  1. Dapprima i terranes galatiani, noti in letteratura anche come ercinici o varisici, come  si sono scontrati con i primi nuclei di quella che diventerà l’Asia centrale, chiudendo la Paleotetide e costituendo il bordo meridionale del continente tra Carbonifero e Permiano (diciamo mediamente 300 milioni di anni fa). Si tratta di unità molto eterogenee e dalle origini varie (frammenti continentali, archi magmatici ed altro)
  2. poi nel mesozoico, più propriamente nel Triassico superiore (quindi un po' più di 200 milioni di anni fa), sono stati i terranes cimmericia collidere con i terranes galatiani, diventando a loro volta il nuovo bordo meridionale dell’Eurasia (ne ho parlato qui)
  3. Si capisce che tra Paleocene ed Eocene, quando a sua volta l’India ha iniziato a scontrarsi con l’Eurasia,l’arrivo di questa massa continentale così importante abbia provocato la riattivazione di buona parte delle strutture che dividono i vari blocchi, specialmente di quelli cimmerici ma non solo. 

Ne deriva una sismicità molto complessa in un quadro geologico ancora di difficile decifrazione.

TERREMOTI PROFONDI. Di fatto l’Hindu Kush è una delle poche aree in cui si verificano terremoti molto profondi (ne ho parlato qui). E proprio a causa della scadente tipologia degli edifici che i terremoti possono risultare distruttivi anche se profondi: il terremoto M 7,5 nel 2015 di cui ho parlato nel post appena linkato, nonostante la ragguardevole profondità di 231 km di profondità, ha causato 115 vittime a Jalalabad, pochi km a SW dell’area ora colpita e posta a quasi 100 km dall'epicentro (ma con tali Magnitudo l'area interessata dal movimento è grande decine di km). Nella stessa zona una parte dei 150 morti registrati in occasione del terremoto M 7.4 del 3 marzo 2002 fu dovuta a edifici distrutti da frane direttamente innescate dal sisma. Questi terremoti si verificano all'interno di una porzione di crosta subdotta fino a quella profondità, di cui quando scrissi il post non era ancora chiara l’origine perché manca di continuità verso la superficie. Successivamente sono comparsi articoli come quello di Kuffner et al (2016) per i quali questa è una parte della crosta della placca indiana arrivata a quella profondità.

TERREMOTI SUPERFICIALI COME QUESTO DEL 31 AGOSTO. I terremoti a bassa profondità non hanno una relazione diretta con quelli profondi e si producono all'interno della placca euroasiatica in quell’incredibile mosaico di blocchi. Ho già parlato in questo post dell’area meridionale di questo scontro, lungo il Pakistan, dove l’India scorre accanto al settore iraniano dell’Eurasia, lungo un limite fra le placche sostanzialmente trascorrente (anzi, con un pò di compressione e qundi è trans-pressivo), che prende il nome dalla struttura più conosciuta, la faglia di ChamanPiù a nord il limite fra le placche diventa convergente e quindi da faglie trascorrenti come la Chaman si passa nel settore afghano a faglie compressive. Di queste una delle più note è proprio la faglia di Kunar, uno dei diversi sovrascorrimenti presenti nell’area che assorbono il tremendo sforzo dell’India che si incunea nell’Eurasia e che si trova nell'area interessata da questo evento. È una faglia molto importante, tanto da essere commentata nello specifico dal lavoro di Shnizai (2020) che s è occupato d diverse faglie dell'Afghanistan. Da notare che se il sistema di Chaman corrisponde al limite fra Eurasia e India, la faglia di Kunar è all'interno dei terranes cimmerici e quindi è probabilmente il ringiovanimento di una struttura attiva già nel Triassico.

Non è però ancora chiaro se il terremoto si sia verificato sulla faglia di Kunar o no. Addirittura per Geofon il terremoto è avvenuto nei monti a nord della valle del Kunar, mentre per USGS e INGV a sud. Le repliche secondo l'Iris Earthquake Browser (per il quale l'evento principale è a sud del fiume) individuano un allineamento perpendicolare alla valle, dove Shnizai (2020) pone la faglia. Ma il dato è estremamente parziale, perché mancano tutti gli eventi con M inferiore a 4.5 e quindi il trend reale potrebbe essere molto diverso.

EDIT: USGS il 2 settembre (notte fra il 2 e il 3 in Italia)  ha modificato la posizione dell'epicentro, collocandolo ora a N del fiume, più o meno in corrispondenza dell'epicentro già indicato da GEOFON. Di conseguanza è stato modificato anche  quello dell'Iris Earthquake Browser. La nuova collocazione rende più plausibile  l'attribuzione del terremoto al movimento lungo la faglia del Kunar.

nuovo epicentro terremoto Afghanistan

La nuova collocazione dell'epicentro di USGS e di conseguenza di IEB, rende più realistico un movimento lungo la faglia del Kunan

BIBLIOGRAFIA

Kufner et al (2016). Deep India meets deep Asia: Lithospheric indentation, delamination and break-off under Pamir and Hindu Kush (Central Asia). Earth and Planetary Science Letters 435 (2016) 171–184

Shnizai (2020). Mapping of active and presumed active faultsin Afghanistan by interpretation of 1-arcsecond SRTM anaglyph images. J Seismol https://doi.org/10.1007/s10950-020-09933-4 

Sihel (2015). Structural setting and evolution of the Afghan orogenic segment – a review. Geological Society, London, Special Publications, 427

Aldo Piombino

Laureato in Scienze Geologiche, si interessa di vari ambiti delle Scienze della Terra. Collabora con il gruppo di Geologia applicata dell’Università di Firenze diretto dal prof. Nicola Casagli e con la Scuola di Scienze dell’università di Camerino occupandosi di monitoraggi satellitari e di divulgazione sulle problematiche dell’assetto del territorio. Ha collaborato con l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale e con l’International Institute of Humankind Studies diretto dal prof. Chiarelli. Studia anche i rapporti fra fenomeni geologici, cambiamenti climatici ed evoluzione della vita lungo la storia della Terra. Ha scritto alcuni articoli scientifici su questi argomenti e “Il meteorite e il vulcano – come si estinsero i dinosauri”, un saggio scientifico nel quale indicale cause geologiche delle numerose estinzioni di massa che hanno punteggiato la storia della vita sulla Terra. Nel 2007 crea il blog “Scienzeedintorni” È nel consiglio della associazione “Caffèscienza Firenze – Prato APS”