L’Italia arranca sulle auto elettriche e sigla con la Germania una posizione comune su emissioni flotte aziendali
Dal ministero delle Imprese e del Made in Italy fanno sapere che è stata siglata con il ministero tedesco per gli Affari economici e l’energia (Bmwe), una posizione comune sull’iniziativa della Commissione europea per la decarbonizzazione delle flotte aziendali. Si tratta, viene rivendicato dal Mimit, di «un passo avanti decisivo», successivo all’incontro che si è svolto a Berlino lo scorso 21 luglio tra il ministro Adolfo Urso e l’omologa tedesca Katherina Reiche. L’intesa, viene anche spiegato, vede i due ministeri «concordi nel chiedere all’Europa una linea d’azione flessibile ed equilibrata, fondata sulla neutralità tecnologica, insieme a incentivi e strumenti che facilitino il processo di transizione».
Dichiara il ministro Urso: «Con questa intesa ribadiamo il nostro impegno per una transizione sostenibile che favorisca l’innovazione e la competitività dell’industria europea. Si tratta di una svolta storica in Europa: abbiamo il dovere di sostenere misure efficaci e flessibili, capaci di accompagnare le imprese nel percorso verso la decarbonizzazione, senza gravare con regolamentazioni rigide e penalizzanti. Con il Bmwe lavoriamo insieme per guidare questa trasformazione, ponendo la neutralità tecnologica e la sostenibilità al centro del futuro della mobilità europea».
Secondo quanto sottolineato sempre dal Mimit, «qualsiasi misura o strumento proposto dovrebbe, sulla base dell’approccio condiviso tra i due ministeri, promuovere o sostenere la transizione verso veicoli a basse emissioni nelle flotte aziendali, non limitandosi solo ai veicoli elettrici»: «Occorre quindi un approccio tecnologicamente neutrale nel computare l’intensità delle emissioni di CO2, che consideri la resilienza e la competitività dell’UE, garantendo che l’efficienza economica, la concorrenza e la trasparenza rimangano obiettivi centrali. I Ministeri dei due Paesi, inoltre, suggeriscono che tale approccio possa essere preso in considerazione per tutti i tipi di flotte: autovetture, veicoli commerciali leggeri e veicoli pesanti».
Caso vuole che questo annuncio arrivi accompagnato dagli ultimi dati Eurostat relativi alla difussione di veicoli elettrici all’interno dei Paesi dell’Unione europea. Dati tutt’altro che entusiasmanti per l’Italia, che è piantata in fondo alla classifica. Il Belpaese, per la precisione, è al ventisettesimo posto per quel che riguarda la diffusione di auto a batteria. Peggio di noi fa solo la Bulgaria. Dati drammaticamente negativi, che del resto non fanno che confermare precedenti rilevamenti dai quali l’Italia è uscita sempre nel ruolo di misero fanalino di coda.
A settembre partirà il nuovo bonus rottamazione annunciato dal governo a maggio che dovrebbe spingere verso l’aumento dei veicoli elettrici circolanti. Ma tanto il modus operandi (i fondi sono stati sottratti all’installazione di nuove colonnine di ricarica) quanto la mancanza di una complessiva strategia su questo fronte da parte di Palazzo Chigi, fanno presagire a diversi esperti del settore che tutto finirà con l’ennesimo buco nell’acqua.