Nell’area di Prato smaltite e bruciate illegalmente oltre 800 tonnellate di rifiuti tessili all’anno
Nei territori che si estendono tra i Comuni di Prato, Carmignano, Montemurlo, Calenzano, Poggio a Caiano e Vaiano, sono state abbandonate e smaltite illegalmente 819 tonnellate di rifiuti tessili nel 2024 e 252 nei primi quattro mesi del 2025, secondo i dati comunicati direttamente dalla Procura di Prato. Si tratta di rifiuti che spesso vengono date alle fiamme, come capita non di rado nell’area di via Brugnani, a Prato.
«L’attività repressiva dei reati ambientali sul territorio pratese – spiegano dalla Procura – è strettamente collegata all’attività tessile condotta da migliaia di imprese, in larga parte gestite da cittadini di origine cinese, provenienti dalle regioni del Fujian e dello Zhejiang. Nei processi penali il trasporto abusivo di rifiuti di natura tessile risulta essere stato curato da trasportatori non iscritti all’Albo nazionale dei gestori ambientali, che prelevano i rifiuti dalle aziende per smaltirli illecitamente».
Occorre dunque intensificare le attività di contrasto all’illegalità, anche attraverso una capillare opera d’informazione sul territorio – come quella che sta mettendo in campo il gestore locale dei servizi d’igiene urbana, Alia Multiutility – ma anche dotandosi di attrezzature specifiche, come le fototrappole senza «il led di infrarosso che mette in fuga gli autori degli scarichi», come chiesto dal procuratore Tescaroli.
Investimenti necessari, dato che si tratta di mettere una pezza a un grave problema ambientale ma anche economico, contando che gli abbandoni di rifiuti in tutta l’area della Toscana centrale constano alla collettività circa 20 milioni di euro l’anno.
L’orizzonte verso il quale tendere, non solo a Prato, è quello dell’economia circolare. Ogni anno l’industria tessile globale produce 62 milioni di tonnellate di capi d’abbigliamento, con un consumo in aumento del 63% entro il 2030. La produzione tessile si colloca tra quelle più inquinanti per consumo di acqua ed emissioni di gas serra. Nonostante la maggior sensibilità diffusa, il consumo rimane insostenibile, con il 70% degli armadi sottoutilizzati e tonnellate di prodotti tessili gettate ogni anno.
Le potenzialità per contribuire a invertire la rotta, proprio a partire dall’area di Prato, ci sono tutte: a partire dalla fine del 2026, il nuovo impianto Textile Hub che sta realizzando Alia – primo caso in Italia – permetterà di riciclare gli scarti tessili di gran parte della Toscana, con una capacità produttiva autorizzata di 40.000 tonnellate l’anno.