Oltre cento studenti alla scoperta del biodigestore di Montespertoli
Il biodigestore di Casa Sartori, inaugurato da Plures Alia questa primavera, è già motivo d’orgoglio per la cittadinanza locale: un esempio concreto di Pimby (Please in my back yard), l’esatto contrario delle sindromi Nimby (non nel mio giardino) e Nimto (non nel mio mandato elettorale) che in tutta Italia frenano la realizzazione degli impianti necessari alla transizione ecologica.
L’ennesima dimostrazione è arrivata ieri, quando oltre cento ragazze e ragazzi delle classi prime della Scuola secondaria di primo grado “Renato Fucini” di Montespertoli sono stati protagonisti della prima visita didattica all’impianto di Casa Sartori, organizzata da Plures Alia e Comune di Montespertoli.
La visita all’impianto è stata articolata in due momenti: una prima parte in aula, in cui i ragazzi hanno ricevuto un’introduzione “tecnica” dell’impianto, seguita dal percorso all’interno della struttura accompagnati dai tecnici di Alia. Un’occasione per scoprire da vicino il percorso dei rifiuti, comprendere l’importanza della raccolta differenziata e osservare come la tecnologia può contribuire a un futuro più sostenibile.
L’iniziativa ha rappresentato anche un importante momento di dialogo: i ragazzi hanno potuto porre domande, condividere opinioni e riflettere sui comportamenti quotidiani legati all’ambiente, utilizzando strumenti didattici pensati per stimolare la curiosità e il confronto.
Il progetto educativo proseguirà nei mesi successivi coinvolgendo anche gli istituti dell’Empolese Valdelsa: la prossima tappa è già fissata per mercoledì 26 novembre, quando una scuola del Comune di Capraia e Limite visiterà Casa Sartori.
L’ex discarica di Casa Sartori, che negli anni ha svolto un ruolo essenziale di presidio ambientale, è ormai un lontano ricordo: esauriti i conferimenti, oggi è tornata una collina verde che fa cornice al biodigestore, inserito nel sontuoso paesaggio delle colline del Chianti grazie a un progetto curato da Pietro Giorgeri, già professore al dipartimento di Architettura all’Università di Firenze. Il biodigestore più grande dell’Italia centrale è diventato così parte integrante di un territorio di pregio, garantendo (grazie anche al supporto fornito in prospettiva dal biodigestore Albe di Peccioli e dall’impianto di compostaggio di Faltona) l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti organici alla Toscana centrale. Il biodigestore anaerobico di Montespertoli infatti ha una capacità di trattamento di 160.000 tonnellate annue di rifiuti organici e verdi, che verrà raggiunta entro il 2027, con una produzione di circa 12 milioni di metri cubi di biometano e 35.000 tonnellate di compost.