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Da miliardi a trilioni: il vero costo dei disastri naturali è 10 volte superiore a quanto si pensasse

UNDRR: la resilienza paga, finanziamenti e investimenti per il nostro futuro
 |  Crisi climatica e adattamento

Secondo il Global Assessment Report on Disaster Risk Reduction (GAR) 2025 “Resilience Pays: Financing and Investing for our Future" pubblicato dall’United Nations Office for Disaster Risk Reduction (UNDRR), «I disastri sono sempre più costosi e il loro impatto sottovalutato». Infatto, il GAR evidenzia che «I costi diretti dei disastri sono cresciuti fino a circa 202 miliardi di dollari all'anno, ma che i costi reali dei disastri superano i 2,3 trilioni di dollari se si considerano i costi a cascata e quelli ecosistemici».

Tra il 2014 e il 2023, quasi 240 milioni di persone sono state sfollate a causa di calamità naturali. Cina e Filippine hanno segnalato ciascuna oltre 40 milioni di sfollati, mentre India, Bangladesh e Pakistan hanno registrato numeri che vanno dai 10 ai 30 milioni. Nel 2023, il Nord America ha registrato 69,57 miliardi di dollari di perdite dirette legate ai disastri, più di qualsiasi altra regione, ma ciò equivaleva solo allo 0,23% del suo Prodotto Interno Lordo (PIL). Al contrario, la Micronesia ha subito perdite per soli 4,3 miliardi di dollari, pari però a un sorprendente 46,1%o del suo PIL.

Jenty Kirsch-Wood, responsabile dell’analisi dei rischi globali per l’UNDRR, commenta: «Mentre le stime attuali suggeriscono che l’impatto economico globale delle emergenze naturali, come terremoti, frane e inondazioni, ammonta a circa 200 miliardi di dollari all’anno, questa cifra rappresenta solo una frazione dei costi reali. Il costo reale si avvicina ai 2,3 trilioni di dollari. Il mondo ha sottovalutato e sottomisurato cronicamente l’impatto dei disastri sui progressi dello sviluppo sostenibile».

Una persona nata nel 1990 ha il 63% di probabilità di subire nel corso della sua vita un'alluvione catastrofica, una delle più rare in un secolo. Per un bambino nato nel 2025, questa probabilità sale all'86% e la Kirsch-Wood avverte che «Questi eventi ci riguardano tutti. Il costo degli eventi meteorologici estremi non si misura solo in termini di infrastrutture distrutte, ma anche in anni persi di salute, istruzione e opportunità. L'assistenza sanitaria, l'istruzione e l'occupazione sono sempre più compromessi dalle emergenze, con conseguente aumento del debito nazionale e ripresa più lenta, in particolare nei Paesi già vulnerabili. Questo ha contribuito a una risposta umanitaria insostenibile e insorpottabile, mentre le nazioni sono alle prese con shock climatici sempre più frequenti e gravi».

L'onere di questi costi, e il debito che ne deriva, ricade in modo sproporzionato sui Paesi in via di sviluppo, ma non necessariamente deve essere così: l'allineamento degli investimenti con la realtà dei rischi può interrompere le spirali del debito, della non assicurabilità e dell'aumento delle esigenze umanitarie.

Il GAR 2025 esamina i rischi posti dai disastri fino al 2050 e dimostra che agire subito è la cosa migliore da fare. Attualmente, le perdite ca usate dai disastri sono impressionanti e colpiscono più duramente le persone vulnerabili. L’UNDRR dimostra che «Con la nostra attuale traiettoria, i costi continueranno ad aumentare con l'aggravarsi della crisi climatica».
Nella prefazione, il segretario generale dell’Onu António Guterres scrive che il GAR «Mostra le perdite impressionanti inflitte dai disastri odierni, che colpiscono più duramente le persone vulnerabili… e dimostra che, con l’attuale andamento, i costi continueranno ad aumentare con il peggioramento della crisi climatica (…) Il rapporto dimostra anche che «Incrementando e sostenendo gli investimenti nella riduzione e prevenzione del rischio di catastrofi, possiamo rallentare questo trend e raccogliere benefici economici, salvando vite umane e mezzi di sussistenza e stimolando al contempo crescita e prosperità, per contribuire al raggiungimento dei nostri Obiettivi di Sviluppo Sostenibile».

Il nuovo GAR fa notare che gli effetti dell'aumento dei costi delle catastrofi siano già percepibili in tutto il mondo, dall'emergere di aree considerate troppo rischiose per essere coperte dalle compagnie assicurative, al crescente debito nazionale e alle ricorrenti crisi umanitarie. Ma presenta anche casi di studio e raccomandazioni politiche su come gli investimenti nella resilienza possano contribuire ad arrestare il crescente costo economico dei disastri, ridurre i bisogni umanitari e rendere ancora più efficaci le scarse risorse di assistenza internazionale.

Kamal Kishore, rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu per la riduzione del rischio di catastrofi e direttore dell'UNDRR, sottolinea che «Investimenti sistematici e maggiori nella riduzione del rischio di catastrofi e nella resilienza possono non solo arrestare queste tendenze, ma anche invertirle. Quando le comunità che vivono lungo le rive dei fiumi hanno accesso a strumenti scientifici per pianificare l'uso del territorio, quando dispongono di risorse per costruire sistemi di protezione dalle inondazioni e quando dispongono di sistemi di allerta precoce, non solo riducono i danni e le perdite causate dalle inondazioni, ma creano anche le condizioni per la prosperità e la crescita sostenibile nelle loro comunità».
I risultati del GAR 2025 sono particolarmente rilevanti in vista della quarta International Conference on Financing for Development e indicano opzioni specifiche per potenziare la finanza multilaterale e proteggere meglio le economie in via di sviluppo più piccole. Il rapporto mostra inoltre come il settore privato possa svolgere un ruolo chiave nel ridurre i danni economici causati dai disastri e nel colmare il divario di protezione che trascina molti Paesi in una spirale sempre più grave di ripetuti disastri.

L'aumento della quantità e della qualità degli investimenti nella riduzione del rischio di catastrofi, dai sistemi di allerta precoce alle infrastrutture critiche e alle scuole, sarà al centro di molte discussioni alla Global Platform for Disaster Risk Reduction che l'UNDRR convocherà dal 2 al 6 giugno e sarà ospitata dal governo svizzero a Ginevra. La Kirsch-Wood conclude: «La maggior parte dei danni causati dagli eventi climatici sono prevenibili. La sfida che ci attende è quella di allineare meglio i nostri sistemi di finanziamento e utilizzare gli investimenti pubblici e privati per garantire che stiamo riducendo in modo ottimale il carico sui governi».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.