
I grandi emettitori di gas serra possono essere chiamati a rispondere dei danni che hanno causato

I grandi emettitori di gas serra possono essere chiamati a rispondere dei danni che hanno causato. Lo ha stabilito per la prima volta un tribunale tedesco e ora questa sentenza fa da spartiacque per molti altri casi analoghi. Il pronunciamento del giudice è arrivato in merito alla vicenda di Saul Luciano Lliuya, un agricoltore peruviano che si è mosso contro il gigante tedesco dell'energia Rwe e costituisce un importante precedente che potrebbe avere implicazioni per gli oltre 40 casi di danni climatici in corso e per quelli futuri in tutto il mondo.
Sebbene il tribunale della città tedesca di Hamm abbia respinto la richiesta di risarcimento specifica, ritenendo che il rischio di inondazione per la casa di Lliuya non fosse sufficientemente elevato, ha formalmente stabilito il precedente legale in base al diritto civile tedesco.
Lliuya, che oltre che agricoltore è anche guida alpina di Huaraz, ha sostenuto che le emissioni storiche di carbonio della Rwe hanno contribuito allo scioglimento dei ghiacciai vicini ai luoghi in cui risiede e si lavora, aumentando il rischio di inondazioni mortali dal lago Palcacocha, che si gonfia in modo anomalo sopra la sua casa. L'avvocato dell’uomo ha chiesto un risarcimento parziale in linea con la quota di emissioni globali dell'azienda, stimata a quasi lo 0,5% dall'era industriale dal database Carbon Majors.
Il tribunale ha stabilito che il rischio per la proprietà di Lliuya non era sufficientemente imminente da giustificare un risarcimento e ha respinto il caso senza possibilità di appello. Secondo gli esperti, però, la sentenza della Corte regionale superiore stabilisce che le comunità che possono dimostrare una minaccia concreta di danno indotto dal cambiamento climatico possono chiedere un risarcimento alle major dei combustibili fossili in base al diritto civile tedesco.
Nonostante il risultato, Lliuya ha definito la sentenza un passo avanti per la responsabilità climatica. «Oggi le montagne hanno vinto», ha dichiarato in un comunicato. «Questa sentenza dimostra che i grandi inquinatori che alimentano la crisi climatica possono finalmente essere ritenuti legalmente responsabili dei danni che hanno causato. Questo caso non ha mai riguardato solo me. Riguardava tutte le persone che, come noi a Huaraz, stanno già vivendo le conseguenze di una crisi che non abbiamo creato. Questa sentenza apre la porta ad altri per chiedere giustizia».
I giudici hanno detto di non poter concedere i danni in questo caso specifico perché il rischio di inondazione per la casa di Lliuya non soddisfaceva la soglia legale per farlo.
Ma la sentenza ha inviato un chiaro segnale sulla possibilità di ritenere le compagnie di combustibili fossili responsabili dei danni climatici.
Tra l’altro c’è un rapporto di Zero carbon analytics sull’aumento delle cause legali per danni climatici che si incrocia ora in modo interessante con lo sviluppo del caso specifico di Lliuya contro la tedesca Rwe. Spiega Roda Verheyen, avvocata di Lliuya: «Per la prima volta nella storia, un tribunale di grado superiore in Europa ha stabilito che i grandi emettitori possono essere ritenuti responsabili delle conseguenze delle loro emissioni di gas serra. Il diritto civile tedesco è applicabile nel contesto della crisi climatica. È vero che il tribunale non ha ritenuto sufficientemente elevato il rischio di inondazione per il mio assistito. Ma una cosa è chiara: la sentenza di oggi rappresenta una pietra miliare e darà nuovo slancio alle cause climatiche contro le compagnie dei combustibili fossili, e quindi alla transizione globale verso l’abbandono dei combustibili fossili. Il ricorrente è grato ai tribunali tedeschi per la serietà con cui è stato trattato il suo caso».
