
Al via la più grande conferenza Onu sugli aiuti allo sviluppo. Guterres: «Non si tratta di soldi ma di futuro»

Nel giorno in cui la rivista scientifica Lancet pubblica uno studio da cui emerge che la vita di 14 milioni di persone nel mondo è a rischio per i tagli ai progetti umanitari imposti dall’amministrazione Trump, prende il via a Siviglia la più grande conferenza sugli aiuti allo sviluppo degli ultimi dieci anni. Gli Stati Uniti hanno deciso di non partecipare. Ma a ricordare che ora è il momento di aumentare gli aiuti e non di ridurli sono i rappresentanti di numerose organizzazioni internazionali. Onu in testa, ovviamente.
Rivolgendosi alla sessione di apertura della quarta Conferenza sul finanziamento dello sviluppo, il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha lanciato un appello osservando che lo sviluppo sostenibile, alimentato dalla cooperazione internazionale, sta affrontando «forti venti contrari». Il Segretario generale Onu, in una Spagna colpita da temperature elevate come del resto tutta l’Europa con conseguenze preoccupanti, ha osservato che anche il multilateralismo sta sentendo il caldo, mentre la fiducia tra le nazioni e le istituzioni si sfilaccia. Se il mondo è in fiamme, scosso dalle disuguaglianze, dal caos climatico e dall'infuriare dei conflitti, ha detto Guterres, «il finanziamento è il motore dello sviluppo e in questo momento questo motore sta perdendo colpi», ha detto alla conferenza, alla quale hanno partecipato quasi 60 leader mondiali, oltre 150 nazioni e circa 15.000 delegati. «Mentre ci riuniamo, l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile - la nostra promessa globale di trasformare il mondo per un futuro migliore e più equo - è in pericolo».
Circa due terzi degli ambiziosi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) concordati nel 2015 sono significativamente fuori strada - da qui l'incredibile investimento di 4.000 miliardi di dollari necessario per invertire la rotta. «Siamo qui a Siviglia per cambiare rotta. Per riparare e riaccendere il motore dello sviluppo e accelerare gli investimenti alla scala e alla velocità necessarie», ha dichiarato Guterres.
Il Segretario generale Onu ha descritto il risultato, noto come Impegno di Siviglia adottato nei giorni scorsì - senza gli Stati Uniti che si sono ritirati dal processo all'inizio del mese - come una «promessa globale» ai Paesi a basso reddito per farli salire nella scala dello sviluppo.
Il capo delle Nazioni Unite ha delineato tre aree d'azione chiave. In primo luogo, è necessario far fluire rapidamente le risorse a livello nazionale per stimolare la crescita sostenibile e far sì che i Paesi più ricchi rispettino l'impegno assunto nell'ambito dell'accordo di raddoppiare gli aiuti ai Paesi più poveri per promuovere lo sviluppo. Ciò include la triplicazione della capacità di prestito delle Banche Multilaterali di Sviluppo e soluzioni innovative per sbloccare i fondi privati.
In secondo luogo, bisogna risolvere il sistema del debito globale, definito da Guterres «insostenibile, ingiusto e inaccessibile». Attualmente, i Paesi più poveri spendono circa 1.400 miliardi di dollari solo per il pagamento del servizio dei loro ingenti debiti sotto forma di interessi. Tra le innovazioni proposte come azione chiave, c’è un nuovo forum dei mutuatari garantirà una risoluzione del debito e un'azione più equa.
In terzo luogo, va riformata l'architettura finanziaria globale, con i principali azionisti che fanno la loro parte, in modo da dare potere a tutti i Paesi. «Abbiamo bisogno di un sistema fiscale globale più equo e pensato da tutti, non solo da pochi», è stata l’esortazione finale lanciata da Guterres.
L'attuale crisi di accessibilità economica e lo sviluppo bloccato sono «una crisi di persone», ha sottolineato, che lascia le famiglie affamate, i bambini non vaccinati e le ragazze escluse dall'istruzione. «Questa conferenza non è una questione di carità. Si tratta di ripristinare la giustizia e di facilitare la capacità di tutte le persone di vivere in modo dignitoso. Questa conferenza non è una questione di soldi, ma di investimenti nel futuro che vogliamo costruire insieme».
