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Quest’estate in Spagna 3800 morti attribuibili al caldo eccessivo, più 87% rispetto al 2024

Lo segnala il ministero della Salute di Madrid, che evidenzia anche un aumento del 73% di episodi di calore estremo rispetto ai mesi estivi dello scorso anno
 |  Crisi climatica e adattamento

Un primo bilancio, drammatico, dei morti per il caldo estremo registrati in Spagna era stato fatto verso la fine di agosto. Ma quanto comunicato ora dal ministero della Salute va anche al di là di quel dato parziale: in quella che secondo l’Agenzia metereologica nazionale è stata l’estate più calda dalle rilevazioni del 1961, la Spagna ha registrato 3.832 decessi attribuibili al caldo torrido tra il 16 maggio e il 30 settembre. E il tasso di mortalità in eccesso è aumentato dell'87,6% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Si legge nel documento pubblicato dal ministero della Salute spagnolo che quest'estate sono stati registrati per il caldo estremo 870 episodi ad alto rischio (livello 3), contro i 501 dell'anno precedente: «Il sistema MoMo stima 3.832 decessi attribuibili al caldo nel 2025, l'87,6% in più rispetto al 2024». A subire le estreme conseguenze delle alte temperature sono stati i più anziani: «l 96% dei deceduti aveva più di 65 anni e più della metà aveva più di 85 anni».

Per quanto riguarda la distribuzione temporale, l'impatto maggiore è stato registrato nel mese di agosto, con 2.184 decessi, seguito da luglio (1.060), giugno (407), settembre (173) e la seconda metà di maggio (8).

Il problema temperature record, in Spagna, tra l’altro martoriata da estesi incendi nel corso dell’estate, è stato gestito a livello governativo anche con campagne di comunicazione e sistemi di alert via smartphone. Nell'ambito delle azioni di informazione e prevenzione, il ministero della Salute ha mantenuto attivo fino al 30 settembre il servizio gratuito di allerta termica. «Attraverso questo sistema sono stati inviati 101.685 messaggi Ssm e 37.631 notifiche via e-mail agli iscritti, offrendo informazioni quotidiane e personalizzate sul livello di rischio termico nella loro zona geografica».

Redazione Greenreport

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