L’inverno non sta arrivando: oggi sulle Alpi zero termico a oltre 3.500 metri
Oggi è martedì 9 dicembre, ma l’inverno sembra ancora molto lontano dalle porte del Belpaese, dato che lo zero termico ha raggiunto i 3500-3600 metri sulle Alpi. «Valori decisamente anomali anche sul resto d'Europa e d'Italia dove lo zero termico ha oscillato tra i 2500 e i 3500 metri», segnalano dal Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile (Lamma), consorzio pubblico nato dall’impegno congiunto di Regione Toscana e Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
Qualche esempio? Tra i valori di temperatura più elevati spiccano i +10.2 °C sulla vetta dell'Amiata (1678 m), i +5.6 °C al rifugio Duca degli Abruzzi (2388 m), fino ai +4.8 °C sul Glacier du Pissaillas (3119 m).
«Il tutto – argomentano dal Lamma – a causa della presenza di un vasto promontorio anticiclonico di matrice subtropicale e di una potente avvezione d'aria calda protesa fin sul Mare del Nord». Ma non si tratta solo di un dato congiunturale: la crisi climatica in corso sta portando a temperature medie atmosferiche sempre più elevate, soprattutto nel nostro Paese.
«In base ai dati in mio possesso – spiega a greenreport Michele Brunetti, fisico climatologo dell’Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) – l'anomalia del 2024 per l'Italia è stata di +1.35°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020 e +3.22°C rispetto alla media del periodo 1850-1900 (preso dall'ultimo Ipcc come riferimento pre-industriale). Tuttavia, si tende a fare un po' di confusione tra l'anomalia dell'ultimo anno e l'aumento di temperatura: quest'ultima non lo si valuta unicamente in base all'anomalia dell'ultimo dato della serie temporale, bensì su una tendenza o quantomeno sull'anomalia dell'ultimo decennio relativa al periodo rispetto al quale si vuole stimare tale crescita».
Da qui la differenza coi dati già riportati su queste colonne da Giulio Betti, meteorologo e climatologo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e del Consorzio Lamma, per il quale «in linea coi dati forniti da Copernicus, sappiamo che l’anomalia italiana oscilla tra 2,1 e 2,4°C», dato che Copernicus lavora con dati storicizzati e spazializzati in modo più ampio mentre i dati Cnr derivano da un processo di omogeneizzazione di dati osservati.
Il dato di fondo comunque non cambia: l’Italia, il Mediterraneo e l’Europa si stanno surriscaldando a velocità doppia rispetto alla media globale, anticipando i disastri climatici che attendono anche il resto del mondo a fine secolo.