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Ultime news da "Crisi climatica e adattamento"

18 Set, 2025
È quanto emerge da un nuovo rapporto del World economic forum, secondo il quale le maggiori perdite si avranno nei settori alimentare e agricolo, dell’edilizia e della sanità. L’organizzazione internazionale esorta le aziende ad agire immediatamente per proteggere la salute dei lavoratori e rafforzare la resilienza operativa.
Secondo un nuovo rapporto del World economic forum, entro il 2050 i rischi per la salute causati dai cambiamenti climatici potrebbero costare all’economia globale almeno 1,5 trilioni di dollari in termini di perdita di produttività nei settori alimentare e agricolo, dell'edilizia e della sanità. Non solo: la stima di 1,5 trilioni di dollari riflette le perdite solo nei primi tre settori, in uno scenario intermedio, suggerendo che l’onere per l’economia globale potrebbe essere molto più elevato. Da qui la raccomandazione che l’organizzazione internazionale rivolge alle aziende: agire immediata…

18 Set, 2025
L’approvvigionamento dei Paesi comunitari ha fatto registrare un calo dopo lo stop delle forniture russe attraverso l’Ucraina in vigore dal 1° gennaio scorso, ma l’Europa ha aumentato la sua dipendenza dal gas naturale liquefatto e dunque l’import combinato è ancora col segno più
Quello tra l’Europa e le importazioni di gas è un rapporto ancora fatto di poche ma promettenti luci e di considerevoli e dense ombre. L’ultimo monitoraggio dei flussi di gas nei Paesi dell’Ue ne è un’ulteriore conferma. Dal report appena diffuso dall’Ieefa (Institute for Energy Economics and Financial Analysis) emerge infatti che nel primo semestre di quest’anno le importazioni di gas tramite gasdotti da parte dei Paesi comunitari hanno subito un calo del 9% su base annua. Questo, soprattutto, per via dello stop delle forniture attraverso l’Ucraina in vigore dal 1° gennaio scorso. Allo stess…

17 Set, 2025
I lavori preparatori in vista della Cop30 di novembre si stanno svolgendo a livello comunitario senza che vengano assunti impegni sulla riduzione delle emissioni. Il ritardo, viene spiegato da Bruxelles, ha lo scopo di consentire ai Paesi membri più tempo per concordare obiettivi di alto livello. Ma il risultato è solo che l’Unione non rispetterà la scadenza fissata dall’Onu per la fine di settembre per la presentazione di un dato ufficiale per il 2035
Si sapeva almeno da giugno che la Danimarca, in quanto Paese presidente del Consiglio dell’Ue per questo secondo semestre 2025, avrebbe voluto che l’Unione europea rispettasse i termini dell’Accordo di Parigi e definisse i suoi nuovi obiettivi di riduzione dei gas serra entro questo mese di settembre, ben prima della Cop30 fissata in agenda dall’Onu per la metà di novembre in Brasile. «Lavoreremo duramente per concludere la discussione prima della riunione delle Nazioni Unite», aveva preannunciato il ministro danese per il Clima Lars Aagaard alla vigilia della presidenza da parte di Copenaghe…

16 Set, 2025
Per l’85% degli under 35 il climate change è una minaccia. Il 73% degli intervistati considera il riscaldamento globale un’emergenza reale causato principalmente dalle attività umane. Aumenta la consapevolezza del problema, +9% rispetto al 2024
È diminuita in modo netto la quota di italiani che nega l’esistenza o la gravità del cambiamento climatico. Secondo quanto emerge dal Rapporto Coop 2025, i cosiddetti negazionisti climatici sono oggi appena il 7% della popolazione, in calo dal 14% registrato dal report del 2022. Parallelamente cresce la consapevolezza dei rischi ambientali: il 78% degli italiani ritiene che il climate change rappresenti una minaccia concreta per il Paese e il 65% lo indica come priorità da affrontare nei prossimi anni. Il mutamento di percezione è particolarmente marcato tra i giovani under 35, tra i quali l…

16 Set, 2025
Da un sondaggio realizzato nell’ambito del progetto di ricerca europeo “Capable” emerge che i cittadini Ue mostrano una netta preferenza per misure che implicano l’utilizzo di fondi finanziari, ad esempio per il trasporto ferroviario o l’isolamento termico delle abitazioni, e si oppongono invece a politiche che introducono oneri per comportamenti inquinanti, come quelli per le automobili
Ora che ci siamo appena lasciati alle spalle un’estate contrassegnata in Europa da pesanti ondate di calore, che hanno provocato ingenti danni economici, oltre che in termini di salute, un nuovo sondaggio ha rivelato quanto i suoi cittadini siano disposti a sostenere diversi tipi di politiche climatiche. Come prevedibile, sottolinea il Cmcc diffondendo i principali risultati dell’indagine, gli europei mostrano una netta preferenza per misure che implicano l’utilizzo di sussidi, ad esempio per il trasporto ferroviario o l’isolamento termico delle abitazioni, e si oppongono invece con decisione…

16 Set, 2025
Lamma: «L'attuale condizione dei mari aumenta notevolmente la possibilità, nei prossimi mesi, di fenomeni meteorologici estremi»
  Negli ultimi decenni, il Mar Mediterraneo si è riscaldato a un ritmo quasi doppio rispetto alla media globale, diventando un hotspot della crisi climatica in corso: un mare più caldo rilascia più vapore acqueo nell’atmosfera, e al contempo la fisica (con la legge di Clausius-Clapeyron) ci spiega che per ogni +1°C di aumento della temperatura, l'atmosfera può contenere circa il +7% di umidità in più. Significa che la probabilità di eventi meteo estremi come le alluvioni aumenta, in un Paese ancora impreparato ad affrontarle, come confermato ieri dal Laboratori…

15 Set, 2025
Lo rileva uno studio realizzato da accademici ed economisti della Bce. Le perdite registrate dal nostro Paese sono quasi un quarto di quelle totali dell’Ue: 43 miliardi di euro. Entro il 2029 potrebbero salire, rispettivamente, a 34,2 e 126 miliardi di euro
Le ondate di calore, la siccità e le inondazioni del periodo giugno-agosto 2025 hanno già causato in Europa perdite macroeconomiche a breve termine per circa 43 miliardi di euro, con costi a medio termine che dovrebbero salire a circa 126 miliardi di euro entro il 2029. Si tratta di cifre che rappresentano una situazione allarmante, e che riguardano in particolar modo l’Italia. Per il nostro Paese, infatti, le perdite regionali totali stimate sarebbero di ben 11,9 miliardi di euro nel 2025 e di 34,2 miliardi di euro nel 2029, che equivalgono approssimativamente allo 0,61% e all’1,75% del Valo…

13 Set, 2025
Ricercatori internazionali mettono a disposizione misurazioni armonizzate di NPP per migliorare i modelli climatici e comprendere il ruolo degli ecosistemi terrestri
Con il contributo del CMCC, un nuovo studio e una banca dati forniscono agli scienziati di tutto il mondo una risorsa senza precedenti per comprendere come i sistemi terrestri della Terra immagazzinano carbonio e producono biomassa, stabilendo un benchmark per la calibrazione dei modelli di vegetazione e la valutazione delle risposte degli ecosistemi ai cambiamenti ambientali. La Net Primary Production (NPP) rappresenta il carbonio accumulato dalle piante attraverso la fotosintesi dopo aver tenuto conto della loro respirazione - essenzialmente la quantità di biomassa che gli ecosistemi produ…