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Lula: «La Cop30 di Belém sarà la conferenza della verità». L’Unhcr porterà «la voce di rifugiati e sfollati del clima»

Il presidente del Brasile risponde un po’ seriamente e un po’ con ironia a chi lo interpella sulla polemica riguardante la carenza e gli alti costi degli alloggi nell’area del vertice: «Anche io dormirò su una barca. Ma abbiamo accettato la sfida per mostrare al mondo cos’è davvero l’Amazzonia. Se qualche gringo sarà punto dalle zanzare non c’è problema, devono sapere come viviamo».
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Sono tanti, e seri, i problemi che dovranno essere affrontati alla Cop30 di Belém, in Amazzonia. Ma intanto, prima ancora che il confronto parta e dal 10 al 21 novembre si metta alla prova la reale credibilità dei governi chiamati ad attuare politiche di contrasto alla crisi climatica, ci sono sul tavolo problemi per così dire logistici. Già a metà agosto avevamo segnalato che stava montando una polemica sui costi degli alloggi: essendo le strutture ricettive assai pochi, i prezzi sono schizzati alle stelle, ben oltre la portata delle delegazioni provenienti dai Paesi del Sud globale. Col passare dei giorni, è emerso anche un altro problema: intere famiglie di abitanti di Belém e dintorni sono state sfrattate dall’oggi al domani perché i proprietari di quelle case non vogliono farsi sfuggire l’occasione di fare in una decina di giorni gli incassi che solitamente hanno fatto in mesi se non in anni di affitto.

Critiche sono piovute da ogni parte del mondo, anche nei confronti del presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva. Il quale ha riconosciuto le difficoltà strutturali della città amazzonica di Belém, ma ha ribadito che l’obiettivo è trasformare l’evento in un appuntamento di concretezza e trasparenza, lontano dai formalismi delle precedenti edizioni. Come riporta l’Ansa dall’America Latina, Lula ha presenziato alla cerimonia ufficiale di inaugurazione di alcune strutture ricettive sottolineando: «Non sarà la Cop del lusso, ma la Cop della verità». E se la polemica sui costi eccessivi degli alberghi non si placano, il presidente del Brasile ha assicurato: «Anch’io dormirò in una barca. Conosco i problemi, la povertà e le carenze di Belém. Ma abbiamo accettato la sfida per mostrare al mondo cos’è davvero l’Amazzonia». Poi, con tono ironico, Lula ha affermato che i partecipanti stranieri dovranno affrontare le stesse condizioni dei residenti locali. «Se qualche gringo sarà punto dalle zanzare non c’è problema: devono sapere come viviamo».

Sulla piattaforma social X Lula ha poi postato un video che mostra i vantaggi che porterà l’appuntamento di novembre a queste zone: «Urbanizzazione, drenaggio, servizi igienico-sanitari, Parco Lineare Nova Doca e molti altri miglioramenti. La Cop30 lascerà un'eredità importante per la città e la popolazione di Belém».

Sebbene condite di ironia, le parole di Lula sottendono difficoltà e fragilità reali, di questa popolazione e di queste terre come di molte altre che più tanti Paesi occidentali, tra l’altro, stanno subendo i più gravi danni causati dall’ipersfruttamento e dalla crisi climatica.

Proprio per questo l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr) porterà il tema degli spostamenti forzati a causa della crisi climatica al centro dei dibattiti della Cop30. «La mobilità umana in ragione degli eventi climatici estremi è già una realtà», ha dichiarato all’Ansa l'italiano Davide Torzilli, capo dell’Unhcr in Brasile. «Dei 123 milioni di sfollati nel mondo, 90 milioni vivono in Paesi ad alto rischio ambientale», ha aggiunto. «La presidenza brasiliana ha affermato che questa sarà la Cop dei popoli, quindi vogliamo portare a questo importante forum le voci delle persone rifugiate e di quelle sfollate a causa della crisi climatica».

Attualmente, le persone costrette a spostarsi a causa di eventi climatici non rientrano nelle convenzioni internazionali sui rifugiati, ma il dibattito su una possibile equiparazione tra i due gruppi sta crescendo. Per questo, all'incontro di Belém sarà presente anche l'Alto commissario Onu per i Rifugiati, Filippo Grandi.

Redazione Greenreport

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