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Più di un’impresa su tre investe sulla sostenibilità. Il motivo? Aumentano produzione, fatturato ed export

È quanto emerge dal rapporto Greenitaly 2025. L’indagine condotta da Symbola, Unioncamere e dal Centro studi Tagliacarne evidenzia il rapporto tra scelte green e competitività, e anche una crescita marcata delle aziende italiane eco-investitrici: dal 24,9% del periodo 2014-2018 al 38,7% del periodo 2019-2014. I primati della regione Lombardia e della provincia di Roma
 |  Green economy

«Nel periodo 2019-2024, più di un’impresa (extra-agricola) su tre ha effettuato eco-investimenti (578.450, pari al 38,7% del totale), quasi un’impresa su due nell’industria manifatturiera (106.830 unità, pari al 46,2%). Un confronto con il periodo di rilevazione precedente (2014-2018) evidenzia una crescita marcata delle imprese eco-investitrici (dal 24,9% del primo periodo al 38,7% del secondo). Nel settore agricolo, l’83% delle imprese ritiene necessario investire per contrastare il cambiamento climatico, percentuale che sale al 92% per le imprese agricole giovanili e quelle del Mezzogiorno». Questo passaggio è ripreso dal rapporto Greenitaly 2025, presentato ieri a Roma e che continuerà ad essere al centro di una serie di confronti ancora nelle prossime settimane.

Se il nostro governo, con in testa ovviamente la premier Giorgia Meloni, invoca l’abbandono del Green deal e un cambio di rotta rispetto alle «follie verdi» e se anche a livello europeo ormai si sta consolidando la linea secondo cui si debbano «semplificare» le normative sul clima per favorire la «competitività», il rapporto realizzato dalla Fondazione Symbola, da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne mostra invece proprio l’opposto: essere verdi conviene. Si legge nel documento: «Le imprese eco-investitrici sono più dinamiche sui mercati esteri rispetto a quelle che non investono (il 23% delle prime prevede un aumento nelle esportazioni nel 2025, contro un più ridotto 18% di quelle che non hanno investito), prevedono in un numero maggiore un incremento del fatturato (32% contro 27%) e dell’occupazione (22% contro 15%). Hanno, inoltre, una capacità superiore nel creare associazioni e fare rete, nonché di investire in formazione».

L’ultimo rapporto Greenitaly evidenzia anche che il settore dei servizi si impone come quello con il maggior numero di imprese green, ben 385.780 unità (in crescita rispetto al 2019-2023) pari al 66,7% del totale delle imprese green in termini assoluti e con un’incidenza del 36,6% sul totale delle imprese dei servizi. Completa il quadro il settore dell’industria con 192.670 imprese green, pari al 33,3% delle imprese green totali e con un’incidenza del 43,9% sul totale delle imprese del comparto (42,8% nel 2019-2023).

Nel report viene fornito anche uno schema dettagliato regione per regione e poi città per città, riguardo agli investimenti green. La Lombardia conserva saldamente il primato nella graduatoria regionale anche nell’intervallo temporale 2019-2024, con 102.730 imprese eco-investitrici, pari al 17,8% del totale nazionale e al 39,3% del totale delle imprese della regione. Oltre alla Lombardia, infatti, si confermano tra le prime cinque il Veneto (54.970 imprese eco-investitrici), il Lazio (50.960 unità), la Campania (50.890 unità) e l’Emilia-Romagna (47.640 unità). La provincia di Roma si riprende il primato con 39.020 imprese eco-investitrici, in crescita rispetto alle 36.290 unità della scorsa rilevazione (2019-2023), anche grazie al calo registrato in provincia di Milano, dove le imprese green si fermano nel 2019-2024 a 37.680 unità, 1.860 unità in meno rispetto alla precedente indagine. Si confermano nelle prime cinque posizioni della graduatoria provinciale le province di Napoli (25.930 imprese green), Torino (21.380 unità) e Bari (15.030 unità).

Redazione Greenreport

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