Alert di Cipra Italia sulla riduzione del Parco dell’Adamello: «Pericoloso precedente per le aree protette»
Siamo di fronte a «un passo indietro nella tutela ambientale» e a «un pericoloso precedente per il sistema delle aree protette». L’allarme che lancia Cipra Italia – la rappresentanza italiana della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi – non ha molti precedenti. Così come del resto è decisamente eclatante quello che sta avvenendo al Parco dell’Adamello, che rischia di essere dimezzato per ragioni tutt’altro che chiare e trasparenti. Stiamo infatti parlando di un parco ben strutturato e che, come ha sottolineato Federparchi, genera posti di lavoro, imprese e benessere per le comunità locali, e il tutto in equilibrio con il rispetto degli habitat naturali. Ma di fronte a tutto questo è arrivato il cosiddetto fulmine a ciel sereno: ieri l’Assemblea della Comunità Montana Valle Camonica ha approvato le nuove linee di indirizzo che prevedono la riperimetrazione dell’area protetta, confinando alle quote più elevate le norme di tutela ambientale e tagliando fuori le zone con elevata incidenza antropica, come se queste non necessitassero di protezione. E questo è avvenuto pochi giorni dopo che in Regione Lombardia è stato presentato e approvato un Ordine del giorno che prevede la «ridefinizione dei confini di un parco».
Ecco perché Cipra Italia esprime forte preoccupazione per quanto sta avvenendo al Parco dell’Adamello. Per la rappresentanza italiana della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi si tratta di un esempio di attuazione al contrario del protocollo “Protezione della natura” della Convenzione delle Alpi, proprio nel biennio italiano di presidenza della Convenzione. In base all’articolo 11 del protocollo, infatti, «le Parti contraenti si impegnano a conservare, a gestire e, dove necessario, ad ampliare le aree protette esistenti, in coerenza con la loro funzione protettiva, nonché a delimitare, dove possibile, nuove aree protette. Esse adottano tutte le misure idonee ad evitare compromissioni o distruzioni di tali aree».
Ma ora sta avvenendo l’esatto contrario e Cipra sottolinea che «ancora una volta dall’Italia arriva un pessimo segnale»: «Pensare di poter ridefinire in qualsiasi momento i confini di un’area protetta, escludendo centri abitati o zone in cui poter effettuare nuove infrastrutturazioni, mira ad ottenere consenso elettorale sul breve periodo, ma significa compromettere quanto con fatica è stato realizzato dal sistema delle aree protette».
L’organizzazione non governativa sottolinea tra l’altro tutta la criticità del timing con cui si sta andando verso questa direzione sbagliata: «In un momento in cui, anche a causa della crisi climatica, le aree protette sono chiamate ad essere modelli di riferimento tramite l’attuazione di strategie di adattamento al cambiamento climatico oltre che per le azioni in cui riescono a far coesistere sviluppo locale e tutela, dalla Lombardia e dalla Valle Camonica arriva un chiaro segnale che va nella direzione dello svilimento delle direttive comunitarie di tutela e della legittimazione di interventi con impatto sull’ambiente anche in aree di pregio naturalistico!.
Oggi il Parco dell’Adamello gestisce ben 16 siti Natura 2000 e si occupa di gestione forestale e pascoliva. «Il Parco necessita di poterlo continuare a fare sviluppando una pianificazione di area vasta – conclude Cipra Italia – non confinando la tutela alle alte quote e tagliando parte dell’attuale superficie protetta».