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Biocarburanti per le auto? È molto più sostenibile il fotovoltaico delle colture per biomasse

L’energia solare prodotta sfruttando quel 3% di suolo sarebbe poi sufficiente per alimentare quasi un terzo dell'attuale parco auto mondiale
 |  Nuove energie

Attualmente, le coltivazioni destinate ai biocarburanti, a livello globale, occupano 32 milioni di ettari di suolo agricolo – un’estensione paragonabile alla superficie dell’Italia – pur coprendo appena il 4% del fabbisogno energetico globale dei trasporti. E le previsioni indicano che, senza un cambio di rotta, entro il 2030 questa superficie crescerà del 60%, arrivando a 52 milioni di ettari, ossia l’equivalente della Francia.

Eppure il Governo Meloni, che col decreto Agricoltura ha di fatto vietato l’installazione di fotovoltaico a terra per “difendere” i suoli agricoli, in sede europea sta spingendo per allentare gli obiettivi al 2035 sull’immatricolazione di automobili a zero emissioni – tendenzialmente elettriche – proprio per favorire i biocarburanti.

Un cortocircuito emerso grazie all’ultimo studio pubblicato nel merito dall’associazione ambientalista Transport&Environment (T&E), dal quale emerge che allocare così tanto suolo alla produzione di biocarburanti è uno spreco. Far sì che i terreni attualmente destinati alla coltura di biomasse tornino a essere ecosistemi naturali garantirebbe l’assorbimento di oltre 400 MtCO₂eq all'anno. Dall’altro, destinare appena il 3% di questa superficie per la produzione di energia solare genererebbe la stessa quantità di energia. Ma, poiché i veicoli elettrici sono molto più efficienti delle auto endotermiche, l’energia solare prodotta sfruttando quel 3% di suolo sarebbe poi sufficiente per alimentare quasi un terzo dell'attuale parco auto mondiale.

«Nonostante i biocarburanti avanzati e di scarto siano promossi sempre più come soluzioni “pulite”, l'analisi – spiegano da T&E – mostra che il 90% dell’attuale produzione globale di biocarburanti dipende ancora dalle colture alimentari. Nel 2023, l'industria dei biocarburanti ha consumato circa 150 milioni di tonnellate di mais e 120 milioni di tonnellate di canna da zucchero e barbabietola da zucchero. In totale, ogni giorno le automobili endotermiche bruciano l'equivalente di 100 milioni di bottiglie di olio vegetale, il che significa che un quinto di tutta la produzione di olio vegetale, su scala globale, non viene utilizzata per scopi alimentari, senza contare che l'energia contenuta in tutte queste materie prime, potrebbe soddisfare il fabbisogno calorico minimo di 1,3 miliardi di persone».

Ciò non toglie l’utilità dei biocarburanti avanzati per la transizione ecologia, quando sono a filiera corta – si pensi agli oli esausti di cucina, o a coltivazioni su terreni degradati non destinati a scopi alimentari – e dedicati ai settori hard to abate, come l’aviazione o il trasporto marittimo. Tali flussi però non sono minimamente sufficienti ad alimentare il parco veicolare, e puntare sui biocarburanti per le auto anziché sull’elettrificazione avrà il solo risultato di prolungare la vita del già stantio motore endotermico, rallentando l’innovazione di un settore che sta già colando a picco in assenza di politiche industriali.

Redazione Greenreport

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