Nuova linea Ue: flessibilità per i target climatici, sì ai biocarburanti, revisione dello stop ai motori inquinanti
Apre ai biocarburanti, anticipa la revisione sullo stop nel 2035 ai motori alimentati a benzina e diesel, difende il target -90% di emissioni al 2040 ma annunciando «flessibilità». Ursula von der Leyen ha scritto una lettera ai vertici istituzionali dei Paesi comunitari per preparare il terreno del Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles giovedì. All’ordine del giorno di questo appuntamento ci sono tanti e importanti argomenti, a cominciare dal sostegno finanziario da garantire per i prossimi anni all’Ucraina (ad aprire questa sessione dei lavori sarà Zelensky), dai fondi da mettere sul piatto per il settore difesa, dal tema dell’«accesso ad alloggi dignitosi e a prezzi accessibili» che sta diventando problematico in molti Stati comunitari anche per i cittadini a medio reddito. E si parlerà anche di competitività e, in modo più specifico, di come «conseguire risultati sul piano della semplificazione» e di «come raggiungere i nostri obiettivi climatici e nel contempo rafforzare la competitività dell’Europa».
In questo contesto, von der Leyen si sta muovendo in costante equilibrio tra le esigenze poste dalla transizione ecologica e quelle poste da aziende e governi degli Stati membri. Un equilibrio che negli ultimi mesi si è fatto sempre più difficile da mantenere. In generale, perché dai settori di destra dell’Europarlamento e dai governi conservatori europei è partito da mesi un attacco al Green deal che ne sta erodendo i pilastri principali (ne ha fatto ieri una sintesi anche il Corriere della Sera). E, in particolare, per quel che riguarda due questioni. La prima: l’obiettivo di ridurre del 90% rispetto ai livelli del 1990 le emissioni di CO2 entro il 2040, su cui non è stato trovato un accordo all’ultimo vertice dei ministri dell’Ambiente. La seconda questione riguarda invece il settore dell’automotive, su cui da inizio anno i gruppi europei conservatori (Ppe in primis) e i governi di centrodestra o destra (Germania e Italia in testa) hanno offerto una solida sponda alle richieste delle case automobilistiche di rivedere e cancellare il previsto stop alla vendita di auto con motori alimentati con combustibili fossili a partire dal 2035.
Ora von der Leyen ha scritto ai leader europei che si incontreranno tra due giorni a Bruxelles per ricordare che la Commissione Ue ha proposto di ridurre le emissioni responsabili del riscaldamento globale dell’Unione europea fino al 90% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2040, aggiungendo però un elemento di «flessibilità» e consentendo dunque ai Paesi comunitari di esternalizzare fino al 3% di questo obiettivo acquistando crediti di carbonio da altre nazioni, anziché raggiungere tali riduzioni con misure interne. Nella sua lettera, la presidente della Commissione Ue apre a un aumento dell’utilizzo dei crediti, scrivendo: «Parte dell’obiettivo - il 3% nella proposta della Commissione, che i ministri discuteranno ulteriormente - può essere raggiunto con crediti internazionali di alta qualità. Il nostro obiettivo interno (...) può essere inferiore al 90%, purché ciò sia compensato da riduzioni simili (...) al di fuori dell’Ue». Una linea che è stata già in parte anticipata prima dell’estate e che è stata oggetto di critiche da parte dei gruppi progressisti dell’Europarlamento e della galassia dell’associazionismo ambientalista, che ha denunciato il cambio di rotta di Bruxelles.
Tutt’altro che in linea con gli impegni assunti fin qui dall’Ue nell’ambito della transizione ecologica è anche un altro passaggio della lettera di von der Leyen, laddove si apre ai biocarburanti per alimentare i mezzi di trasporto (combustibili che tra l’altro, si evidenzia in un recente report dell’organizzazione europea Transport&Environment, «emettono globalmente più CO2 rispetto ai combustibili fossili che vanno a sostituire») e laddove si lascia presagire un cambio di rotta rispetto allo stop ai motori endotermici fissato per il 2035. «A seguito dell’ultimo dialogo strategico» con i rappresentanti del settore automotive, scrive la presidente della Commissione Ue nella lettera inviata ai leader europei, «ho deciso di accelerare la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni», anticipandola «entro la fine di quest’anno».
In che direzione possa andare questa «revisione» si può prevedere da tutti i segnali che stanno arrivando negli ultimi mesi dai vertici europei. Ma intanto una certezza c’è, ed è che in ogni caso, contrariamente a quanto sostenuto in passato dai vertici di Bruxelles, il futuro più prossimo dell’automotive europeo non sarà solo elettrico. Scrive von der Leyen: «Stiamo valutando il ruolo dei carburanti a zero e basse emissioni nella transizione verso un trasporto su strada a zero emissioni oltre il 2030, come gli e-fuel - per i quali mi sono già impegnata nelle linee guida - e i biocarburanti avanzati». Non manca la rassicurazione di rito, laddove assicura che l’impegno comunitario è quello di «restare fedele al principio di neutralità tecnologica ed efficienza dei costi», ma il verso su cui sta andando Bruxelles anche sul settore trasporti è ormai piuttosto chiaro.