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La Regione chiede la proroga dello stato d’emergenza, in scadenza il 2 novembre

Alluvione 2023, in Toscana arrivati dal Governo 130 mln di euro a fronte di 1,1 miliardi necessari

Monni: «Crediamo che si arriverà a una soluzione condivisa, capace di garantire le risposte più rapide ed efficaci per aumentare la sicurezza delle nostre comunità»
 |  Toscana

Il continuo incremento della temperatura media globale – che in Toscana avanza a velocità doppia rispetto alla media – porta con sé eventi meteo estremi più frequenti e intensi, che in Italia sono aumentati del 485% negli ultimi 10 anni, con la nostra regione sempre più esposta al continuo alternarsi di alluvioni e siccità. Dal Governo Meloni mancano però ancora all’appello gli 1,1 miliardi di euro necessari alla ricostruzione post alluvione 2023 – definita come emergenza nazionale –, necessari per dare i cittadini della Toscana un livello di sicurezza adeguato ai nuovi eventi meteo estremi, mentre la Regione continua a investire sulla difesa del suolo.

Ad oggi ammontano appena a 130 milioni di euro le risorse arrivate risorse per le opere di riduzione del rischio residuo a fronte del miliardo e oltre richiesto e 1639 ristori alle famiglie, destinati a raddoppiare da qui alla fine dell’anno. Questo a fronte di un’alluvione che si è lasciata alle spalle 8 morti e danni per almeno 2,7 miliardi di euro.

Sono i temi affrontati questa mattina dal presidente della Regione Eugenio Giani e dall’assessora all’Ambiente e Protezione civile Monia Monni, che diventano cruciali alla vigilia del 2 novembre quando, con lo scoccare dell’anniversario dell’alluvione del 2023, decadrà lo stato di emergenza in corso.

«Lo stato di emergenza – spiega Giani – è ciò che ci consente di attivare e seguire procedure complesse e molto burocratiche. Ad oggi siamo riusciti a liquidare 1.639 pratiche, fino a 5.000 euro di ristoro ciascuna, che si aggiungono ai 3.000 euro già erogati nei mesi successivi all’alluvione del 2 novembre 2023, attraverso una procedura più snella gestita direttamente dalla Regione Toscana. Queste 1.639 pratiche potranno più che raddoppiare entro la fine dell’anno. Per questo motivo, interrompere lo stato di emergenza per avviare nuove e diverse procedure – come quelle previste dal piano di ricostruzione – non sarebbe agevole né nell’interesse dei cittadini».

Intanto la Regione ha comunque individuato gli interventi relativi ai 130 milioni di euro stanziati dal Governo lo scorso settembre per le opere di tipo D, ovvero gli interventi di prevenzione e rafforzamento del sistema di difesa del suolo: le risorse sono state stanziate solo a settembre 2025, quando il commissario per l’alluvione – il presidente Giani – si è già attivato con i soggetti attuatori per presentare un primo elenco di opere urgenti entro il mese.

Nel frattempo nel quadro dello stato di emergenza sono state attuate le misure previste dalle lettere a), b) e c) dell’art. 25 del Codice della Protezione Civile (D.Lgs. 1/2018), relative al soccorso alla popolazione, agli interventi di somma urgenza e al sostegno immediato a privati e imprese.

Per quanto riguarda gli interventi di tipo a), il 97,8% delle opere è già concluso, per un importo complessivo di oltre 4,2 milioni di euro. Gli interventi di tipo b), relativi alle somme urgenze, contano 1.171 opere, di cui oltre il 96% già concluso, per un valore totale di 85,3 milioni di euro, con 46,6 milioni già liquidati. Completato anche il 94% degli interventi ulteriori di tipo b), per un importo di 32,4 milioni di euro, cui si aggiungono i sostegni a cittadini e imprese.

«Il Governo – conclude Monni – ci ha chiesto l’intesa per passare dallo stato di emergenza a quello di ricostruzione, ma per noi non è un passaggio neutro: le due fasi hanno strumenti e procedure completamente diversi. Nello stato di emergenza possiamo intervenire con rapidità ed efficacia, utilizzando le deroghe del sistema di protezione civile per mettere in sicurezza i territori. Chiediamo quindi con forza la proroga dello stato di emergenza, anche perché i fondi assegnati – 130 milioni nazionali e 67 milioni del Fondo di solidarietà europea – non sono ancora pienamente disponibili e sono comunque molto inferiori al miliardo di fabbisogni stimato. Abbiamo dovuto fare scelte dolorose, concentrandoci sulle priorità assolute. Le interlocuzioni con il Governo sono aperte e stanno procedendo positivamente. Crediamo che si arriverà a una soluzione condivisa, capace di garantire le risposte più rapide ed efficaci per aumentare la sicurezza delle nostre comunità».

Redazione Greenreport

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