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L’ondata di calore non è ancora finita ma arrivano già le alluvioni: un morto a Bardonecchia per il Frejus

A Bologna un 47enne deceduto in cantiere sotto la pressione del caldo. Uncem: «Investire nel Piano di adattamento ai cambiamenti climatici è un’urgenza, non si perda tempo»
 |  Crisi climatica e adattamento

L’estate di due anni fa, il 13 agosto 2023, a Bardonecchia – famosa località turistica della Val di Susa, nella Città metropolitana di Torino – una colata di fango e detriti è esondata dal Frejus: l’alveo del torrente è stato costretto in un canale artificiale largo al massimo 14 metri, in una corsa alla cementificazione che oggi è l’equivalente di una bomba pronta ad esplodere sotto la pressione della crisi climatica in corso. Esattamente com’è successo ieri.

Abbondanti piogge concentratesi nell’arco di poche ore hanno portato a una nuova esondazione del Frejus, che ha travolto – uccidendolo – un uomo di 70 anni, oltre a creare ingenti danni al Comune di Bardonecchia (nel mentre il Comune ha istituito il numero di telefono 3481398950 per comunicare qualsiasi emergenza e necessità).

«Ci troviamo sempre più spesso ad affrontare situazioni di emergenza a causa di eventi meteorologici che una volta chiamavamo eccezionali, ma che invece sono sempre più frequenti», commenta il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, rammentando che dalla tragedia del 2023 la Regione ha autorizzato e finanziato nel Comune di Bardonecchia, tramite il Dipartimento nazionale di Protezione civile, 54 interventi per un totale di oltre 5 milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio.

Ma ancora non bastano, anche perché a monte manca una regia statale. «Investire nel Piano di adattamento ai cambiamenti climatici è un’ulteriore urgenza. Di stasera. Non si perda tempo. Bardonecchia ci guida», sottolineano nel merito Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, presidente nazionale Uncem.

Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) è di fatto fermo al palo: approvato nel gennaio 2024 dal Governo Meloni dopo lunghissima gestazione, ha individuato 361 azioni settoriali da mettere in campo ma manca di fondi e governance per attuarle. Basti osservare che nel novembre scorso il ministro Pichetto ha predisposto lo stanziamento di 280 mln di euro contro il dissesto idrogeologico, ancora una volta di una goccia nel mare: per fare davvero i conti con l’acqua – in base alle stime elaborate dalla Fondazione Earth and water agenda (Ewa) – servirebbero 10 mld di euro aggiuntivi l’anno, a fronte dei 7 che il sistema-Paese finora riesce a stanziare. Volendo limitare il conto ai soli investimenti incentrati sulla lotta al dissesto idrogeologico, si scende comunque a 38,5 miliardi di euro complessivi in un decennio (in linea con gli investimenti stimati già nel 2019 per realizzare gli 11mila cantieri messi in fila dalla struttura di missione "Italiasicura", che ha lavorato coi Governi Renzi e Gentiloni).

Il Piano è fermo ma l’urgenza nel mentre cresce, perché la crisi climatica corre in Italia a velocità doppia rispetto alla media globale. In questi giorni tutta l’area del Mediterraneo è investita da una vera e propria ondata di calore anche sotto il pelo dell’acqua, con un’anomalia termica fino a +5°C rispetto alla media del periodo, tanto da mettere in allerta anche la Protezione civile: l'elevata temperatura superficiale del mare è uno dei fattori che favorisce lo sviluppo di sistemi temporaleschi intensi e abbondanti precipitazioni. Il mare caldo fornisce infatti grandi quantità di vapore per la formazione delle nuvole: contando che per ogni incremento di 1°C nella temperatura, l'atmosfera può contenere circa il 7% in più di vapore acqueo, significa che la probabilità di eventi meteo estremi come le alluvioni aumenta, in un Paese ancora impreparato ad affrontarle.

L’Italia dovrebbe trovare sollievo dall’ondata di calore in corso probabilmente tra venerdì e sabato al nord, tra sabato e domenica al centro e non prima di lunedì/martedì al sud, ma intanto sempre ieri un 47enne è morto a Bologna per un malore in cantiere. Come sempre l’emergenza caldo non colpisce tutti allo stesso modo, ma fa più danni nelle fasce di popolazione più deboli, incrementando le disuguaglianze. Ma è un problema che grava sulla collettività: le ondate di calore sono gli eventi meteo estremi – resi più probabili e intensi dalla crisi climatica in corso – che provocano più vittime in Europa, con oltre 50mila morti l’anno, coi Paesi mediterranei come l’Italia in prima fila.

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.