Clima e Ndc, il Wwf: «Progressi segnalati dall’Onu non sufficienti, per la Cop30 serve un piano globale»
In vista della Cop30 che si apre il 10 novembre a Belém, in Brasile, il Wwf chiede un piano di risposta globale che possa portare il mondo verso l'obiettivo 1,5 °C, limitando al massimo la possibilità di superamento di tale soglia che costringerebbe a sforzi titanici per tornare indietro. Vanno affrontate quindi le questioni relative all'energia, alle emissioni di metano, alle foreste, all'industria pesante e va garantita una transizione equa, sottolinea l’associazione ambientalista. La presidenza brasiliana dovrà guidare i Paesi verso una risposta di questo tipo per rafforzare il multilateralismo e gli sforzi globali volti a ridurre le emissioni nell'ambito degli accordi sul clima, a partire dalla Convezione Quadro siglata nel 1992 dall’allora presidente statunitense George Bush senior, nell’ambito della quale è nato l’Accordo di Parigi.
Il Wwf rilancia questo appello oggi perché giusto questa mattina un report delle Nazioni Unite ha segnalato che le politiche globali per ridurre le emissioni di gas serra non sono riuscite a colmare il divario tra ambizione e attuazione, nonostante i progressi evidenti in alcuni settori. Nell’ultimo rapporto di sintesi sugli Ndc (Contributi determinati a livello nazionale), infatti, ricercatori e vertici dell’Unfcc rilevano che gli attuali piani climatici nazionali, se attuati integralmente, potrebbero portare sì a una riduzione delle emissioni per la prima volta in assoluto, ma si tratterebbe comunque di una riduzione inferiore a un terzo di quella necessaria per evitare pericolosi cambiamenti climatici entro il 2035. La riduzione prevista del 19-24% rispetto ai livelli del 2019 è molto lontana dal calo del 60% al 2035, necessario per limitare il riscaldamento globale entro 1,5 °C di aumento della temperatura globale rispetto all’era pre-industriale, previsto dall'Accordo di Parigi ed evitare gli effetti più gravi della crisi climatica.
Manuel Pulgar-Vidal, responsabile globale per il clima e l'energia del Wwf, ha dichiarato: «Nel decennio trascorso dall'approvazione dell'Accordo di Parigi, sono stati compiuti alcuni progressi nella giusta direzione, ma gli sforzi compiuti finora sono insufficienti. La soglia di 1,5 °C dell'Accordo di Parigi è un limite legale, morale e scientifico fondamentale per evitare i rischi più devastanti per le persone e la natura. È indispensabile agire collettivamente per smettere di spingere il nostro pianeta verso il baratro. La scienza è chiara e oggi sono disponibili soluzioni collaudate che possono essere utilizzate in ogni settore. Ciò che ci manca è la volontà politica di ampliare, accelerare e finanziare le soluzioni. La Cop30 deve essere il momento in cui vedremo un'accelerazione degli sforzi per garantire un pianeta vivibile alle generazioni future».
L’associazione sottolinea il fatto che il rapporto Onu si basa sui 64 piani d'azione nazionali per il clima noti come Contributi determinati a livello nazionale (Ndc) che sono stati presentati dai Paesi entro la scadenza del 30 settembre 2025. Ciò rappresenta solo circa un terzo delle emissioni globali ed esclude gli obiettivi delle principali economie del G20. Il Wwf esorta dunque le restanti parti a presentare con urgenza piani nazionali in linea con l'obiettivo di 1,5 °C prima della COP30.
Il Panda rileva che sebbene molti Paesi stiano compiendo progressi concreti, il divario tra parole e azioni rimane pericolosamente grande. «È particolarmente deludente che, invece di dare l’esempio, le principali economie del G20 non abbiano ancora presentato i loro obiettivi a meno di due settimane dall'inizio della Cop30 – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia del Wwf Italia. - Tra tutti, spicca il fatto che l’Unione europea non abbia ancora presentato il suo Ndc, dal momento che la decisione è rimpallata tra ministri dell’Ambiente e i capi di Stato e di governo. Ora la parola finale la dovrebbero dire i ministri dell’Ambiente il 4 Novembre, a pochi giorni dall’apertura del summit dei Leader e della Cop: speriamo che l’Europa non voglia perdere una delle principali leve che ancora può guadagnare: l’autorevolezza di chi crea l’economia decarbonizzata, invece di arrancare solo per recuperare terreno. Per una transizione energetica equa, occorre mantenere gli impegni della Cop28, cioè ‘transitare fuori dai combustibili fossili’, almeno triplicare le fonti rinnovabili e raddoppiare il risparmio energetico. Il mondo non può permettersi ritardi mascherati da diplomazia».