29 Nov, 2025
Dieci anni dopo Parigi, Belém avrebbe dovuto tracciare la strada che trasforma gli impegni in azioni. Non ci è riuscita. Nemmeno l’Europa ha mostrato la visione necessaria per coinvolgere la Cina in una “Coalizione degli ambiziosi”, l’unico asse - vista anche l’assenza e la posizione degli Stati Uniti - in grado di costruire un ponte tra Paesi industrializzati, emergenti e in via di sviluppo
L’esito della Cop30 riflette l’inerzia dei governi sul clima e un mondo incapace di condividere orizzonti comuni
Dieci anni dopo Parigi, Belém avrebbe dovuto tracciare la strada che trasforma gli impegni in azioni. Non ci è riuscita. La Cop 30 sul clima non ha inaugurato una nuova stagione dei negoziati invocata dalla comunità scientifica, imposta dall’evidenza climatica e dettata dal “libro delle regole” di un Accordo di Parigi ormai completo.
Una Cop che si è scontrata con i consueti interessi di breve periodo, spesso capaci di sovrastare il valore democratico di un vertice in cui la società civile è tornata con forza sulla scena, dopo la trilogia Egitto–Emirat…