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L’Italia aderisce all’Alleanza Ue sul nucleare: siamo l’unico Paese privo di impianti attivi o in costruzione

L’annuncio entusiasta del ministro Pichetto Fratin, e pazienza se il governo Meloni neanche è stato ancora in grado di individuare un sito per il Deposito nazionale delle scorie radioattive. L’euparlamentare S&D e responsabile Conversione ecologica del Pd Corrado: «Si getta fumo negli occhi con una decisione puramente ideologica, non c’è uno straccio di piano mentre le bollette sono alle stelle»
 |  Nuove energie

Mentre si viene a sapere che il nucleare in Europa aumenterà da 98 a 109 GW al 2050 per la modica cifra, si fa per dire, di 241 miliardi di euro, mentre Israele sta bombardando i siti d’arricchimento dell’uranio in Iran, confermando le tecnologie nucleari tra i principali obiettivi militari in caso di guerra, l’Italia che fa? Aderisce all’Alleanza Ue sul nucleare. E pazienza, tra l’altro, se lo fa mentre il governo Meloni neanche è stato in grado di individuare un sito per il Deposito nazionale delle scorie radioattive. E pazienza, anche, se siamo voluti entrare in questo club pur essendo l’unico Paese che non ha impianti di questo tipo, né in funzione né in costruzione.

«L’Italia aderisce ufficialmente all’Alleanza Ue sul nucleare, dopo avervi preso parte finora in qualità di osservatore», annuncia trionfalmente il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. «Si tratta - ha sottolineato il ministro - di una decisione in linea con le scelte di politica energetica del governo italiano che promuove con convinzione il principio della neutralità tecnologica, per seguire una transizione energetica sostenibile, che garantisca la sicurezza e la resilienza del sistema energetico e favorisca imprese e famiglie. L’Italia sta infatti seguendo una strategia nazionale che in maniera trasparente e graduale, promuove una rivalutazione pragmatica del ruolo dell’energia nucleare come fonte decarbonizzata, sicura, affidabile e programmabile». Sicura, affidabile e programmabile, dice Pichetto Fratin, anche se circa la sicurezza e l’affidabilità del nucleare i pareri a livello internazionale sono tutt’altro che pacifici e anche se nel nostro Paese i programmi e gli annunci sono tanti ma di concreto s’è finora visto assai poco.

E così ha gioco facile l’europarlamentare e responsabile Conversione ecologica del Pd, Annalisa Corrado, nel sottolineare che questa adesione dell’Italia all’Alleanza per il nucleare annunciata da Pichetto Fratin «è una decisione puramente ideologica»: «L’Italia continua a non fare i compiti: bacchettata da tutti perché non rispetta gli accordi su transizione energetica, senza uno straccio di piano, con le bollette alle stelle. Ma il Ministro cosa fa? Invece di rispondere alle nostre interrogazioni sul prezzo del Pun e sui ritardi delle rinnovabili, getta fumo negli occhi a chi deve sospendere le produzioni o addirittura chiudere le fabbriche per i costi dell’energia, con la favola nucleare».

Come osserva Corrado, siamo nel bel mezzo della transizione energetica, ma invece di investire in ciò che funziona presto e bene – rinnovabili, accumuli, reti intelligenti – «il Governo si rifugia in soluzioni futuribili, costose e tecnicamente non pronte, dimenticandosi opportunamente di spiegare a cittadini e cittadine come intende finanziare questa follia». Per non parlare del fatto che insistendo sul ritorno del nucleare, il governo Meloni ignora esplicitamente i risultati di due referendum popolari che si sono svolti, con raggiungimento di quorum e risultato certificato, in Italia. Conclude l’europarlamentare del gruppo S&D e responsabile Conversione ecologica del Pd: «Il Ministro impegna l’Italia a partecipare a una corsa a cui non ha mai preso parte per pura propaganda, unico Paese dell’Alleanza privo di impianti attivi, né in funzione né in costruzione. Se questa è la sovranità energetica di cui parlano, il Governo confonde la realtà con la fantascienza».

Redazione Greenreport

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