I giudici danno torto a Trump: i lavori del parco eolico Revolution wind, sospesi dalla Casa Bianca, riprendono
Ormai negli Stati Uniti si va avanti a colpi di carte bollate, quando si tratta di rinnovabili. E se il mese scorso Donald Trump aveva bloccato un progetto per l’eolico offshore da 4 miliardi di dollari già completato all’80%, la decisione dell’azienda produttrice e di due Stati Usa di far ricorso al giudice ha dato un primo importante risultato: la Corte distrettuale della Columbia ha concesso ieri l'ingiunzione preliminare richiesta dall’operazione denominata Revolution Wind in merito all'ordine di sospensione dei lavori emanato dal governo, consentendo all’impresa danese Orsted di riprendere le attività lavorative. Intanto, procede la causa sottostante che contesta l'ordine di sospensione dei lavori. «Revolution Wind continuerà a cercare di collaborare con l'amministrazione statunitense e le altre parti interessate per giungere a una rapida risoluzione», fanno sapere dall’azienda danese specializzata in eolico offshore. «Revolution Wind riprenderà i lavori di costruzione interessati il prima possibile, ponendo la sicurezza come priorità assoluta».
Il parco eolico in costruzione ha il potenziale per fornire energia a 350.000 abitazioni nel Rhode Island e nel Connecticut. Il progetto ha creato 1.200 posti di lavoro stabili e ben retribuiti nella regione e continuerà a sostenere ulteriori opportunità di lavoro man mano che il progetto si svilupperà. Il giudice ha definito l'ordine di sospensione dei lavori «il massimo dell'arbitrarietà e della capricciosità» e ha ribadito che non vi erano prove sufficienti delle «preoccupazioni per la sicurezza nazionale» che l'amministrazione sosteneva esistessero quando ha emesso l'ordine. Ma, del resto, ormai non è un segreto che Trump voglia boicottare i progetti di quelli che lui sprezzantemente definisce «mulini a vento» e insistere invece con lo sfruttamento delle fonti fossili, nonostante questa strategia sia dannosa per l’ambiente e anche per le tasche dei consumatori.
La decisione della Corte distrettuale della Columbia viene salutata con soddisfazione da un’associazione impegnata nella tutela ambientale e nel contrasto alla crisi climatica com’è il Sierra club. Sottolinea in una nota dell’organizzazione Nancy Pyne: «La sentenza ribadisce che gli attacchi di Donald Trump e della sua amministrazione all'energia pulita non solo sono sconsiderati e dannosi per le nostre comunità, ma sono anche illegali. Anziché abbracciare l'energia eolica offshore per l'energia affidabile e locale che fornisce, questa amministrazione preferisce adottare misure illegali per ostacolarne lo sviluppo a favore dei combustibili fossili inquinanti e costosi. Questa sentenza è una vittoria per i residenti del Rhode Island e del Connecticut, che sono ancora una volta più vicini ad avere accesso a un'energia affidabile e conveniente senza dover sacrificare la loro salute all'inquinamento tossico causato dai combustibili fossili. Il Sierra Club continuerà questa lotta a favore dell'energia eolica offshore da costa a costa».
Aggiunge Samantha Dynowski, direttrice della sezione del Sierra club nel Connecticut: «Ci uniamo a tanti altri nel nostro Stato nel tirare un sospiro di sollievo, poiché Revolution Wind potrà continuare i lavori di costruzione. Le azioni dell'amministrazione Trump erano illegali e sconsiderate. Ogni giorno di sospensione dei lavori significava un giorno senza lavoro per i residenti locali del Connecticut e ulteriori ritardi nella fornitura di energia pulita e affidabile, di cui le nostre comunità hanno tanto bisogno. Il completamento di Revolution Wind ridurrà l'inquinamento atmosferico, migliorerà la salute dei nostri vicini più vulnerabili e abbasserà le bollette energetiche. Continueremo a lottare per Revolution Wind fino al raggiungimento dell'obiettivo finale».