C’è un giudice in America: annullata la sospensione dei permessi per l’eolico voluta da Trump
Non bastano le opinioni di un individuo, foss’anche il presidente degli Stati Uniti, per decidere le sorti di un progetto industriale. La Corte distrettuale del Massachusetts ha stabilito che l’ordine esecutivo di Donald Trump che vietava i progetti eolici in America era illegale e lo ha annullato. La Casa Bianca lo aveva emesso un quasi un anno fa (era il 20 gennaio), sospendendo tutte le concessioni, le autorizzazioni e le approvazioni per gli impianti con turbine a vento, causando la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro in tutto il paese. Il caso di Revolution wind era eclatante, e non a caso i giudici statunitensi erano intervenuti tempestivamente facendo riprendere i lavori di un progetto completato per oltre l’80% e bloccato per volere del tycoon, ma non era affatto un caso isolato. Negli ultimi 12 mesi l’amministrazione Usa ha revocato le autorizzazioni per i progetti eolici offshore, ha eliminato i crediti d’imposta assegnati ai progetti di energia eolica, ha lavorato per indebolire il settore dell’energia eolica in rapida crescita e favorire invece l’industria dei combustibili fossili, secondo lo slogan pro-trivelle sventolato da Trump in campagna elettorale «drill, baby, drill».
Ma ora tutta l’offensiva della Casa Bianca contro l’energia pulita è stata smontata dalla Corte distrettuale del Massachussetts. Se Agenzie statunitensi quali il dipartimento degli Interni, il dipartimento del Commercio e l’Agenzia per la protezione ambientale hanno attuato una direttiva che sospendono tutte le nuove approvazioni necessarie per i progetti eolici sia onshore che offshore in attesa di una revisione delle pratiche di locazione e autorizzazione, il giudice federale ha annullato l’ordine affermando che tali Agenzie non hanno fornito spiegazioni ragionevoli per le azioni intraprese per attuare la direttiva emanata da Trump al suo ritorno alla Casa Bianca: non potevano legalmente, ai sensi dell’Administrative procedure act, rifiutarsi indefinitamente di esaminare le domande di permesso, è stato spiegato. Il procuratore generale di New York Letitia James, democratica il cui Stato ha guidato la sfida legale, ha definito la sentenza «una grande vittoria nella nostra lotta per continuare ad affrontare la crisi climatica».
Sebbene l’amministrazione statunitense abbia consentito la ripresa dei lavori su Empire Wind dopo il pronunciamento di mesi fa del giudice, gli Stati che hanno fatto causa contro la decisione di Trump sostengono che la più ampia sospensione delle autorizzazioni e delle concessioni continui ad avere effetti economici dannosi. Gli Stati hanno affermato che le agenzie che hanno attuato l’ordine di Trump non hanno mai spiegato perché abbiano cambiato improvvisamente la politica di lunga data a sostegno dello sviluppo dell’energia eolica.
Il giudice ha dato loro ragione e ora cantano vittoria, oltre alle aziende del settore, anche le sigle della galassia ambientalista che in questi mesi si sono battute contro il diktat trumpiano nei confronti dell’energia pulita. Lo storico e prestigioso Sierra Club, che già prima dell’estate aveva portato avanti una campagna contro la ‘Direttiva sul vento’ dell'amministrazione Usa definendola «arbitraria e non basata sulla scienza, mancante di uno scopo o di una tempistica chiari e che mette a repentaglio gli obiettivi climatici e la salute pubblica», ora plaude al pronunciamento della corte distrettuale del Massachusets. «Siamo lieti che i giudici federali abbiano concordato sul fatto che l'amministrazione Trump abbia esagerato nei suoi attacchi all’eolico offshore», ha dichiarato Matt Sehrswenney, rappresentante della campagna sul clima per la sezione del Sierra Club del Maryland, così come hanno fatto molti altri rappresentanti di altri Stati. «Questa sentenza riapre la strada al primo progetto eolico offshore del Maryland, che potrà iniziare ad alimentare le abitazioni il prima possibile. L’eolico offshore è una delle migliori opzioni del nostro Stato per ottenere energia affidabile e locale, in grado di ridurre le bollette elettriche e l’inquinamento causato dai combustibili fossili».