Il caldo e i (pochi) negazionisti del clima al centro della nuova puntata del podcast di greenreport
«C’era una volta il colonnello Bernacca e c’era anche l’anticiclone delle Azzorre». Maurizio Izzo apre il podcast di greenreport spiegando che «non è nostalgia, perché non è vero che si stava meglio prima». Ma, aggiunge il direttore responsabile del nostro giornale, l’estate ora è effettivamente un’altra cosa, rispetto al passato: arrivava appunto con l’anticiclone delle Azzorre, puntuale tra la terza e la quarta settimana di giugno, quando l’alta pressione iniziava a scaldare giorni e notti, rendendo le nostre estati le più gradevoli e invidiate, accompagnate dai suoi venti rinfrescanti, dalle temperature di 30 gradi al nord, qualcosina di più al sud, ma solo nelle canoniche due settimane più calde dell’anno, che erano l’ultima di luglio e la prima di agosto. L’estate italiana aveva così una sua regolarità, sottolinea Izzo. In tutto questo c’erano ovviamente delle eccezioni qualche estate più calda, qualche giornata torrida. Ma ora? Ora queste settimane a 40 gradi – evidenza - stanno diventando la normalità. E siamo solo a giugno.
Una delle conseguenze di questo caldo eccezionale sono i blackout elettrici che stanno colpendo le grandi città, prosegue Izzo nella selezione delle principali notizie che abbiamo pubblicato la scorsa settimana. Recentemente questo salto della corrente è toccato a Firenze, in particolare nel centro storico della città dove tra Bnb, ristorante e uffici non c’è metro quadro che non preveda l’uso di aria condizionata. E quando tutti chiedono energia, il sistema salta. Per rimettere mano alle città ci vorrà tempo, viene sottolineato, e non se ne vede neanche la volontà. «Toccherà attrezzarsi», chiosa Izzo. Ugo Bardi, ecologista di lungo corso e già professore di Chimica all’Università di Firenze, propone l’installazione di pannelli solari sui balconi: ognuno si produca almeno una parte di quel che consuma.
Se le case sono messe male, prosegue Izzo nel podcast, non va meglio per gli uffici. Rossella Muroni ci ricorda che in questo ambito la situazione è questa: «Più della metà del consumo di gas in Europa avviene negli edifici, che sono responsabili di circa il 40% del consumo di energia e delle emissioni – argomenta nel merito il commissario Ue per l’Energia e l’edilizia abitativa, Dan Jørgensen – Migliorare le prestazioni energetiche dei nostri edifici è un bene per il clima ed è un bene per i nostri cittadini. Una casa più efficiente significa bollette energetiche più basse e una migliore qualità della vita».
Ultima segnalazione dal podcast di greenreport: «Se anche voi avete amici e conoscenti che negano i cambiamenti climatici e non sono preoccupati per quel che sta succedendo – dice Izzo – sappiate che sono in minoranza: l’86% degli italiani ritiene che oggi il cambiamento climatico sia un serio problema; per l’88% degli italiani affrontarlo è una priorità per migliorare la salute pubblica e la qualità di vita; l’85% si rende conto che i costi provocati dalla crisi climatica sono già «molto più alti» degli investimenti necessari alla transizione ecologica.
«Già che ci state ascoltando – chiosa Izzo chiudendo questa puntata del podcast di greenreport – datevi da fare a convincere quel restante 15% prima che cresca».