
È la Giornata europea per le vittime della crisi climatica: oggi situazione peggiore di quando venne istituita

Oggi è la terza Giornata dell’Ue per le vittime della crisi climatica globale. Si tratta di una ricorrenza istituita dai vertici comunitari nel 2023, per ricordare le alluvioni del luglio 2021 in Europa centrale, che causarono che provocarono la morte di oltre duecento persone e causarono danni per 54 miliardi di euro.
Questa sera l’Ue onorerà coloro che sono morti e colpiti dalla crisi climatica con una cerimonia a Bruxelles che può essere seguita in diretta streaming dalle 18,30. «La giornata onora coloro che abbiamo perso perché colpiti dalla crisi climatica e funge da invito all'azione. Dobbiamo agire ora per ridurre al minimo l'impatto del cambiamento climatico ovunque possiamo e costruire resilienza per proteggere ciò che è più prezioso per noi: le nostre vite e la nostra salute», si legge in una nota della Commissione Ue.
Agire, e con rapidità, è di fondamentale importanza. Anche perché, rispetto a quando è stata istituita questa giornata, la situazione è anche peggiorata. Le morti per caldo in Europa sono triplicate, si parla di 4.500 decessi in pochi giorni e, passando dal quadro europeo a quello nazionale, l’Italia ha subito danni da eventi estremi per la cifra monstre di 183 miliardi di euro.
Come scrive Monica Frassoni, quel campanello d’allarme suonato anni fa non è stato sufficientemente ascoltato e oggi la situazione è ancor più preoccupante. L’elenco che fa delle vittime per il caldo e le alluvioni, i danni economici provocati da eventi estremi e incendi, sono drammatici nella loro apparente freddezza di cifre. «Questi numeri non sono solo statistiche: sono vite, sono famiglie, sono economie spezzate», sottolinea Frassoni. Che aggiunge rispetto alla Giornata che si celebra oggi: «È cruciale non banalizzare questa ricorrenza e trattarla come una delle tante che si aggirano nel nostro calendario. Perché nessuna di queste vittime, dei danni e delle distruzioni erano e sono inevitabili. Cosa fare? È molto chiaro, lo sappiamo tutti e tutte e da tempo! Primo, niente passi indietro sul Green Deal o sui finanziamenti per la decarbonizzazione e l'adattamento. La vera “follia” è di chi nega l’urgenza di agire. Maggiore ambizione politica: leggi più efficaci e meno cavillose, obiettivi vincolanti. Investimenti mirati: più fondi per prevenzione e mitigazione e no al “furto” di risorse europee e nazionali per il clima per altre sedicenti priorità. Contrastare la disinformazione: dare voce alla scienza e ai fatti».
