L'Oms avverte l'Europa: gli eventi meteo estremi «sono emergenza sanitaria, non solo climatica»
Mentre scriviamo è in corso l’ennesima ondata di calore nell'Europa centrale e mediterranea, dove si registrano dati di temperatura eccezionalmente elevati. In particolare in Francia, dove sono caduti numerosi record storici – a partire dal record di 42,9 °C a St Laurent du Pape –, mentre in Svizzera l'11 agosto lo zero termico ha raggiunto i 5113 metri d'altezza. Per riassumere la situazione nell'Italia centro-settentrionale basta citare, come fa il Consorzio Lamma creato da Cnr e Regione Toscana, la sequenza termica degli ultimi 6 giorni a Firenze Peretola: 36.3 °C, 37.9 °C, 39.8 °C, 41.0 °C. 39.8 °C, 39.5 °C.
È in questo contesto che i commissari della neonata Commissione paneuropea su clima e salute promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità – di cui fa parte anche l’ex ministro e presidente Istat Enrico Giovannini, oggi direttore scientifico dell’ASviS – hanno inviato ieri una lettera aperta ai Governi e alle autorità sanitarie dei 53 Stati membri della regione europea dell’Oms: a livello globale, tra il 2000 e il 2019 si sono verificati circa 489.000 decessi correlati al caldo ogni anno, con la regione europea dell’Oms che ne ha visti il 36%, ovvero, in media, oltre 175.000 ogni anno (che scendono a 50mila l’anno nei 35 Paesi più specificamente “europei”, nel biennio 2022-23).
I commissari parlano ormai apertamente di una «crescente crisi sanitaria causata dagli eventi meteorologici estremi in tutta Europa e Asia centrale. Non si tratta più di una minaccia lontana o di un fastidio stagionale. È un’emergenza sanitaria pubblica che si sta manifestando in tempo reale. La Regione europea sta vivendo ondate di calore da record, sempre più frequenti, intense e letali. Questi eventi non sono semplicemente un disagio – sono killer silenziosi. Il loro tributo spesso è nascosto nei registri di morte sotto forma di ictus, infarti o insufficienze respiratorie. Ma la causa è chiara. Gli anziani, le persone con disabilità e chi vive in abitazioni di scarsa qualità sono particolarmente a rischio. Lo sono anche le donne in gravidanza, i bambini piccoli e i lavoratori all’aperto esposti a temperature pericolosamente elevate. Gli effetti non sono solo immediati: si propagano nelle vite e nei mezzi di sussistenza, danneggiando la salute mentale e il benessere, riducendo la produttività, compromettendo i raccolti, aumentando le bollette energetiche e mettendo sotto pressione le infrastrutture vitali».
Secondo i dati messi in fila dalla Commissione paneuropea, la mortalità legata al caldo «è aumentata del 30% negli ultimi due decenni» e si prevede che «questo bilancio crescerà negli anni a venire». Giugno 2025 è stato il mese più caldo mai registrato nell’Europa occidentale, con due gravi ondate di calore prima ancora dell’apice estivo. Nel frattempo, il cambiamento climatico sta alimentando la diffusione di malattie un tempo rare nella regione europea: «I casi di dengue trasmessa localmente nell’Ue/Area economica europea sono aumentati del 368% tra il 2022 e il 2024», mentre solo in Italia dall’inizio di quest’anno sono morte almeno 19 persone per il virus West Nile trasmesso dalle zanzare.
Mentre il sistema sanitario nazionale è ormai in aperta crisi per carenza d’investimenti pubblici, con oltre 2 milioni d’italiani l’anno che rinunciano alle cure mediche per problemi economici, la crisi climatica è un ulteriore fattore di pressione: i pronto soccorso registrano un’impennata di ricoveri durante le ondate di calore – in particolare per patologie cardiache, polmonari e renali – e anche la salute mentale ne risente: il sonno peggiora, l’ansia aumenta e le funzioni cognitive calano.
«La crisi climatica è una crisi sanitaria, e l’azione climatica è quindi azione sanitaria – evidenziano nel merito dalla Commissione – L’inquinamento atmosferico causa ogni anno oltre 500.000 morti premature nella Regione europea, molte delle quali attribuibili alla combustione di combustibili fossili», con l’Italia tristemente in cima alla classifica: a documentare l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute è infatti la stessa Agenzia europea dell’ambiente (Eea), che mostra come l’Italia svetti ancora in testa tra i Paesi più inquinati dell’Ue con 48.600 morti l’anno per inquinamento da Pm2.5, 13.600 decessi prematuri da O3 e 9.600 da NO2.
«La buona notizia – argomenta la Commissione paneuropea – è che molte soluzioni climatiche sono anche soluzioni che proteggono e promuovono la salute. In primo luogo, ridurre le emissioni significa aria più pulita e meno morti – potenzialmente oltre 5 milioni di vite salvate a livello globale grazie alla riduzione dell’inquinamento atmosferico. Ampliare le aree verdi nelle città riduce l’esposizione al calore, migliora la salute mentale, abbassa le bollette energetiche e assorbe carbonio. Aumentare il verde urbano del 30% potrebbe ridurre i decessi legati al caldo fino al 40%», senza dimenticare un uso più efficiente ed equo dei condizionatori, e in primis l’importanza di progettare case popolari verdi, seguendo l’esempio virtuoso di Vienna.
«Queste soluzioni non sono solo efficaci, sono investimenti intelligenti – continuano dalla Commissione – Ma per liberarne davvero il potenziale, dobbiamo cambiare il modo in cui definiamo e misuriamo il progresso. Tuttavia, i nostri sistemi economici non premiano la prevenzione. Indicatori tradizionali come il prodotto interno lordo trascurano ciò che conta: il valore delle persone e degli ecosistemi sani. Il Pil può aumentare quando gli ospedali curano le vittime di incendi boschivi, ma non tiene conto del costo di quegli incendi o della sofferenza che causano. Né conta i benefici dell’azione climatica. Servono nuove misure di progresso che mettano salute, benessere, equità e sostenibilità al centro […] Come commissari della Commissione paneuropea su clima e salute, ci impegniamo – individualmente e insieme – a promuovere soluzioni accessibili, pratiche e giuste. Nei prossimi mesi, presenteremo una serie di raccomandazioni coraggiose ma realizzabili e intersettoriali per affrontare la crisi climatica e tutelare la salute. Questo non è il momento delle mezze misure. È il momento di un’azione straordinaria».