La Commissione Ue depotenzia il regolamento contro la deforestazione e ne rallenta l’entrata in vigore
«Semplificare», è la parola d’ordine. Il mantra intonato ormai da mesi dai vertici dell’Unione europea. Un ritornello buono per erodere pezzo dopo pezzo il Green deal, con la scusa che il peso della burocrazia penalizza le aziende europee. E per gettarsi alle spalle o quantomeno depotenziare le norme anti-greenwashing, quelle sulla rendicontazione di sostenibilità e il dovere di vigilanza aziendali, quelle relative alla carbon tax delle importazioni extra-Ue o quelle per limitare le emissioni del settore trasporti.
Ora, visto che ormai la strategia è chiara e che tanto le forze politiche progressiste quanto le sigle della galassia ambientalista denunciano ogni volta che non si tratta di semplificazione ma di deregolamentazione, Bruxelles ha tirato fuori una nuova espressione per affossare un altro pezzo di politiche per il clima: «Targeted solutions», «soluzioni mirate». Da applicare, questa volta, a una normativa che, dopo essere stata adottata nel 2023, già sarebbe dovuta entrare in vigore nel dicembre 2024 ma è stata fatta slittare a dicembre 2025, e che ora viene non solo ulteriormente rinviata, ma anche depotenziata. Stiamo parlando del Regolamento antideforestazione (European Union Deforestation Regulation, Eudr), un pacchetto di norme che vieta alle aziende che operano nel mercato Ue di importare o commercializzare anche con Paesi non comunitari prodotti ottenuti a seguito di attività che hanno causato deforestazione o degrado forestale. Le nuove disposizioni riguardano soprattutto chi opera nei settori della carne bovina, dell’olio di palma, chi tratta soia, caffè, cacao, legname.
Già a settembre la Commissione Ue aveva tastato il terreno per proporre un nuovo rinvio di questo Regolamento al dicembre 2026 chiamando in causa non meglio specificati problemi di carattere informatico. Ora, sempre da Bruxelles, viene spiegato che lo slittamento dell’applicazione delle nuove norme sarà di un altro anno per alcune aziende, quelle di minore dimensione, mentre per le altre si applicherà come previsto alla fine di dicembre 2025, potendo però usufruire di sei mesi di tolleranza per adeguarsi. Non solo. La Commissione europea, sempre per «semplificare» le operazioni informatiche, ha escogitato anche quest’altra «soluzione mirata»: sarà richiesta una sola dichiarazione di dovuta diligenza al punto di ingresso nel mercato per l’intera catena di approvvigionamento.
«Con la proposta odierna – si legge nella nota diffusa da Bruxelles – la Commissione intende garantire che il sistema informatico sia pienamente operativo per affrontare il contributo dell’Ue alla sfida globale della deforestazione. Allo stesso tempo, la proposta semplificherà gli obblighi di rendicontazione, in particolare per i micro e piccoli operatori primari dei paesi a basso rischio di tutto il mondo, mantenendo al contempo un solido meccanismo di tracciabilità». E ancora: «Grazie a questa semplificazione, sarà richiesta una sola presentazione nel sistema informatico Eudr al punto di ingresso nel mercato per l’intera catena di approvvigionamento. Gli obblighi di segnalazione e la responsabilità sarebbero concentrati sugli operatori che immettono per primi i prodotti sul mercato. Ad esempio, per le fave di cacao sarebbe necessaria una sola dichiarazione di due diligence da presentare da parte dell’importatore che le immette sul mercato dell’Ue, ma i produttori a valle di prodotti di cioccolato non sarebbero tenuti a presentare una nuova dichiarazione di due diligence nel sistema informatico».
Slittamento, periodo di tolleranza e modifiche alle norme di tracciamento vengono duramente criticati dalla galassia ambientalista. Per il Wwf si tratta di «un ulteriore pericoloso passo indietro»: «Proporre un rinvio parziale e ulteriori modifiche è una scelta illogica, lontana dall’essere una necessità per l’interesse pubblico. La Commissione europea non ha mai preso in considerazione altre opzioni per risolvere eventuali problemi informatici; anzi, questa scusa sembra solo una foglia di fico imbarazzante perfetto per indebolire il regolamento. La proposta include revisioni che aumenterebbero in modo significativo i rischi di deforestazione e di tasso di illegalità nelle catene di approvvigionamento. Indebolire la legge ora crea un danno economico rilevante per le aziende che hanno già investito nella conformità e nella sostenibilità». Greenpeace Ue fa tra l’altro notare che la decisione di Bruxelles arriva a meno di un mese dall’apertura Cop30 in Brasile, dove la questione della protezione delle foreste sarà al centro delle discussioni tra i rappresentanti provenienti da ogni parte del mondo. Dice per l’associazione Andrea Carta: «La Commissione ha ceduto alle pressioni politiche e delle lobby e ha accettato di esentare i produttori dell’Ue, così come il settore forestale e agricolo dell’Ue, dagli obblighi di rendicontazione. Ciò avviene lo stesso giorno in cui i conservatori e l’estrema destra del Parlamento europeo hanno affossato la legge dell’Ue sul monitoraggio delle foreste, dimostrando che i conservatori dell’Ue non hanno il coraggio di ammettere che le foreste europee sono in pericolo e di agire per proteggerle».